video suggerito
video suggerito

De Laurentiis attacca la Juve senza mai nominarla: “Ecco perché il Napoli non vinceva lo Scudetto”

Ai media olandesi il presidente del Napoli racconta il segreto della stagione straordinaria che sta vivendo la sua squadra, senza risparmiare riferimenti ai lati più oscuri del calcio italiano: “Stanno lentamente ma inesorabilmente venendo a galla”.
A cura di Maurizio De Santis
2.634 CONDIVISIONI
Il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, ha spiegato a De Telegraaf la rinascita del suo club.
Il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, ha spiegato a De Telegraaf la rinascita del suo club.

Il Napoli di Aurelio De Laurentiis è il fenomeno intorno al quale è cresciuto, di pari passo ai risultati, l'attenzione dei media europei. Il giornale olandese De Telegraaf ha voluto ascoltare la versione del presidente e riflettere sulla parabola che ha contraddistinto la sua esperienza quasi ventennale iniziata con una squadre che non aveva nemmeno i palloni per allenarsi e adesso è a un passo dallo scudetto in Serie A e con la qualificazione ai quarti di Champions ha compiuto già un risultato storico.

Tutto quel che ne verrà aggiungerà polvere di stelle a una stagione straordinaria sotto molti punti di vista. "Dopo l'epoca di Maradona (coi titoli vinti in Italia nel 1987 e nel 1990, la Coppa Uefa nel 1989, ndr) il Napoli è precipitato fino al fallimento. Siamo riusciti a tirare fuori la società quel periodo nero e ora diamo l’unico club italiano a giocare in Europa da 14 anni, uno in più della Juve".

Il massimo dirigente accanto al tecnico degli azzurri, Luciano Spalletti.
Il massimo dirigente accanto al tecnico degli azzurri, Luciano Spalletti.

Punto Zero. AdL definisce così il momento in cui, nel 2004, prese in mano le redini della società e ricominciò dal nulla, da quei campi della C fatti di sudore, lacrime e sangue. Una narrazione epica alla quale il massimo dirigente non si sottrae e annuncia che la storia del suo club potrebbe presto diventare un serie TV con la collaborazione del network americano, CBS. "Ma vinciamo prima lo scudetto…", dice in maniera scaramantica il patron.

Scudetto, dolce ossessione. Negli ultimi anni il Napoli ci è andato vicinissimo un paio di volte: la prima con Sarri, ma crollò tutto in quella maledetta domenica di Firenze; la seconda con lo stesso Spalletti, che l'anno scorso vide sfumare l'opportunità di giocarsi il tricolore in un paio di partite cruciali.

Victor Osimhen: l'esplosione dell'attaccante è il simbolo della stagione dei partenopei.
Victor Osimhen: l'esplosione dell'attaccante è il simbolo della stagione dei partenopei.

L'aria che tira è completamente differente. La rivoluzione fatta in rosa nell'estate scorsa, la sapienza dello staff di mercato nell'assemblare la rosa, le qualità dei (nuovi) calciatori (tra cui Kim, Kvara, Raspadori, Simeone) e la capacità dell'allenatore di trarre il meglio dalle loro caratteristiche (emblematica l'esplosione di Osimhen) spiegano solo in parte il momento attuale degli azzurri. Dietro c'è un'opera di programmazione che ha comportato scelte anche dolorose ma che ha prodotto dividendi.

Trentatre anni. Tanti ne sono trascorsi dall'ultimo volta che a Napoli fecero festa per lo scudetto. Un lasso di tempo così lungo che trova fondamento, secondo De Laurentiis, anche in altre ragioni e fattura di natura extra-calcistica. "Stanno lentamente ma inesorabilmente venendo a galla. Ma non voglio aggiungere altro a riguardo…", chiaro il riferimento alle inchieste della giustizia penale e sportiva sulla Juventus che sembra tirare in ballo senza nominarla.

Il georgiano Kvaratskhelia è l'ennesima scommessa vinta sul mercato dai campani.
Il georgiano Kvaratskhelia è l'ennesima scommessa vinta sul mercato dai campani.

Nord contro Sud. Una contrapposizione affonda radici in questioni socio-culturali prima ancora che sportive. Come si pone De Laurentiis di fronte a questo sentimento popolare? "Per la città di Napoli la conquista dello scudetto sarà un riscatto contro il Nord da parte di chi si sente svantaggiato o discriminato. Spero che Sud e Nord del Paese si compattino, io stesso lavoro per questo. Napoli è una città centrale, universale a livello europeo mentre molti altri l'hanno vista solo in modo provinciale". 

Dove può arrivare il Napoli? De Laurentiis non si pone limiti, la sua politica è sempre la stessa da anni: investire senza fare follie, tenere sotto controllo i bilanci, fare plusvalenze (pulite) sulle cessioni di quei calciatori il cui valore è aumentato in maniera esponenziale (come accaduto per Cavani, Lavezzi, Jorginho tanto per citare alcuni esempi) assicurandosi che la squadra resti su un livello di competitività medio-alto. E con un obiettivo principe: chiudere tra le prime quattro per beneficiare della ribalta della Champions. (e del tesoretto d'introiti che ne deriva).

"Io lavoro per vincere – ha aggiunto il presidente -. Quando siamo arrivati in Serie A, il Napoli era alla posizione 550 dei club al mondo. Dopo due o tre anni eravamo tra le migliori 20 squadre europee e siamo arrivati ai quarti di Champions".

2.634 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views