De Laurentiis accerchiato in macchina dai tifosi del Napoli: è trasfigurato, lo ha sognato da sempre
Il Napoli macina punti su punti, record su record, appare inarrestabile verso uno Scudetto che i tifosi azzurri aspettano, sognano, desiderano da 33 anni, dal secondo tricolore vinto dalla squadra di Maradona. Era il 1990, tre anni prima Diego aveva dato al Napoli il primo trionfo della propria storia, poi sarebbero seguiti i tempi bui della Serie B, il fallimento nel 2004 e infine la rinascita dalla Serie C dopo che Aurelio De Laurentiis aveva rilevato il titolo sportivo.
Il vecchio Napoli in quel momento non esisteva più, c'era il Napoli Soccer, che in tre anni riuscì a tornare velocemente nella massima serie, dopo aver riacquistato l'antica denominazione di Società Sportiva Calcio Napoli. Era il 2007, da allora la società di De Laurentiis si è assestata stabilmente nel gotha del calcio italiano, con una continuità di risultati impressionante: quattro secondi posti, quattro terzi, tre Coppe Italia vinte assieme a due Supercoppe, e poi la partecipazione ininterrotta alle coppe europee dal 2010/11.
Una gestione che ha coniugato grande competitività sul campo con una amministrazione virtuosa della società: in tutti questi anni il Napoli è stato un esempio dal punto di vista dei bilanci. A una parte della tifoseria tutto questo non bastava, mancava una parola associata ad un'altra: vincere lo Scudetto. De Laurentiis ha incassato critiche anche feroci, talora davvero surreali, ma non ha mai derogato dal suo modo corretto di fare calcio: sapeva che era solo questione di tempo per raccogliere pienamente i frutti di quanto seminato.
Quel momento sembra arrivato adesso, col Napoli di Spalletti che dopo 20 giornate ha un vantaggio di 13 punti sull'Inter seconda: un abisso che sembra davvero difficile da colmare, salvo crolli ad ora poco ipotizzabili. Il Napoli vede lo Scudetto in fondo allo stradone dei sogni, ma a De Laurentiis manca ancora qualcosa che non si vince sul campo: l'amore della gente. Che le cose stiano cambiando, il 73enne produttore cinematografico lo capisce abbandonando ieri il Maradona in festa dopo la vittoria sulla Roma (la 17sima in campionato a fronte di due pareggi e della sola sconfitta con l'Inter, un ruolino mostruoso che sta riscrivendo la storia del calcio italiano).
La macchina di De Laurentiis viene accerchiata dal popolo azzurro in delirio, i tifosi riconoscono il presidente e lo stringono in un abbraccio che non vuole finire mai. "La capolista se ne va", cantano col cuore in paradiso, ed è allora che Aurelio si lascia trascinare: completamente trasfigurato, stringe i pugni in segno di vittoria, caricando ancora di più i tifosi. È il momento che ha sognato da sempre: fondersi nell'amore totale col popolo napoletano. De Laurentiis se lo gode appieno, dentro di sé sa che è solo un piccolo antipasto di quello che potrebbe succedere tra qualche mese.