De Bruyne riceve il premio di migliore in campo ma è in imbarazzo: “Non lo merito”
"Non capisco perché l'abbiano dato a me". L'onestà di Kevin de Bruyne è disarmante. Il calciatore del Belgio, stella del Manchester City, è stato nominato MVP della partita contro il Canada ma quel trofeo consegnatogli a caldo un po' lo mette a disagio. Non lo sente suo, crede di non averlo meritato e non si fa scrupoli nel dirlo pubblicamente.
Avrebbe potuto prenderlo, sorridere e portarlo a casa come da protocollo, fingendo grande soddisfazione. Invece no, è stato più forte di lui. L'espressione che aveva stampata in viso spiegava bene quale fosse lo stato d'animo reale al termine di un incontro che per i ‘diavoli rossi' è stato sofferto ed era iniziato col brivido del calcio di rigore di Davies. Ci ha pensato una grande parata di Courtois a sventare ansia e minaccia dal dischetto. La rete di Basthuayi è stata un'iniezione di fiducia e coraggio me, nel complesso, la prestazione della selezione di Martinez è stata al di sotto delle attese.
De Bruyne si mostra sorpreso, credeva che sarebbe stato più giusto attribuire quel riconoscimento al compagno di squadra provvidenziale dagli undici metri o, al massimo, all'attaccante decisivo con la sua rete. Dopo la foto di rito lo dice con schiettezza, mostrando anche grande rispetto nei confronti dei colleghi di nazionale. "Non ho giocato bene – ha ammesso a Nieuwsblad -. Forse hanno dato a me questo premio perché il mio nome è famoso".
La disamina dell'incontro – personale e di squadra – non fa una piega. De Bruyne nulla nasconde, né sfrutta la comprensibile euforia per il successo al debutto e il primato nel Gruppo F per celare le difficoltà emerse nel corso del match. "Nel primo tempo in particolare – ha aggiunto – non abbiamo brillato come squadra. Non siamo riusciti a trovare soluzioni alla pressione che il Canada faceva mentre nella ripresa le cose sono andate meglio. Ripeto, non siamo stati abbastanza bravi ma è stato importante essere riusciti a trovare un modo per vincere".
Tensione. La discussione tra lo stesso De Bruyne il commissario tecnico non è passata inosservata, a testimonianza delle asperità della gara. Un episodio che il giocatore ridimensiona, portandolo nell'alveo della normale dialettica tra campo e panchina considerati la pressione e l'importanza della posta in palio. "Quando sei di fronte a chi ti affronta tenendo una pressione alta – ha concluso il giocatore – sono convinto che il modo migliore per contrastarlo sia fare passaggi corti così da aggirare il loro atteggiamento e la difesa senza perdere palla".
Una considerazione tattica fatta al volo nel colloquio con il commissario tecnico. Cose di campo che sul campo restano. "Questo è quello che ho spiegato a Martinez, null'altro. Tra di noi non ci sono problemi".