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DAZN vuole denunciare gli “abbonati” al pezzotto come in Inghilterra: cosa rischia chi viene scoperto

La pay-tv che detiene i diritti della Serie A DAZN vuole denunciare chi guarda le partite utilizzando servizi di streaming illegali: sporgerà denuncia contro l’utente del pezzotto che rischia ora, come in Inghilterra, di pagare a caro prezzo l’aver visto illegalmente contenuti soggetti a diritti di trasmissione televisiva e d’autore.
A cura di Michele Mazzeo
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Chi ha guardato le partite di Serie A col ‘pezzotto' rischia adesso di essere denunciato alle autorità e dover pagare una salatissima multa. DAZN vuole difatti intraprendere un'azione legale contro i singoli spettatori che hanno visto illegalmente gli eventi sportivi di cui detiene i diritti di trasmissione in esclusiva (ad oggi il massimo campionato italiano di calcio e di basket, LaLiga spagnola, la Serie B e tanti altri).

Una mossa estrema dunque, quella della piattaforma di streaming online, per assestare un colpo mortale alla pirateria. Già, perché, dopo l'inasprimento della pena per chi sa e non denuncia e l'introduzione della piattaforma Piracy Shield, d'ora in poi a rischiare non sarà soltanto chi offre il pezzotto ma anche chi ne usufruisce che, come stabilisce tuttora la legge italiana (ad oggi mai applicata), si vedrà comminare delle salatissime multe.

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E questa volta non si tratta solo di una minaccia. DAZN si è difatti già messa in moto chiedendo alla Procura di Catania i nomi degli utenti che hanno utilizzato il ‘pezzotto' distribuito da quella che, tramite una rete che coinvolgeva Italia, Croazia, Olanda, Gran Bretagna, Svezia, Svizzera e Romania, secondo gli investigatori è "la più vasta organizzazione criminale transnazionale dedita alla pirateria audiovisiva" azzerata dall'operazione ‘Taken Down' partita proprio dalla città siciliana.

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Una volta ottenuta la lista dei nomi, DAZN provvederà a denunciare singolarmente i singoli utenti del ‘pezzotto', cosa che costringerà quindi la Guardia di Finanza a comminare le multe previste dalla legge che vanno da un minimo di 150 euro (per chi viene beccato a guardare illegalmente un singolo evento) ad un massimo di 5.000 euro (per chi risulta essere ‘abbonato' al pezzotto). Per poi fare lo stesso ogni qualvolta le forze dell'ordine scoprano un nuovo servizio di streaming illegale.

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Una mossa estrema, punire l'utente e non più solo chi lo fornisce, che rappresenterebbe un precedente giurisprudenziale storico e il miglior disincentivo possibile dato che cadrebbe la presunzione di impunità che comunemente pervade chi guarda le partite col ‘pezzotto'. E porterebbe anche gli altri diretti interessati (da Sky alla Lega di Serie A) a seguire l'esempio di DAZN in questa strenua battaglia contro la pirateria.

Se per l'Italia si tratterebbe di una novità epocale, lo stesso non si può dire per un altro Paese ‘calciofilo' per antonomasia come l'Inghilterra. Nel Regno Unito infatti la Federation Against Copyright Theft (FACT UK) ha cominciato una vera e propria azione di repressione anche nei confronti di coloro che usano il "pezzotto" presentandosi insieme alle forze dell'ordine alla porta di coloro che sono sospettati di vedere illegalmente in streaming contenuti soggetti a diritti di trasmissione televisiva e d'autore tramite un servizio illegale finito al centro di un'inchiesta giudiziaria. E quest'ultimi, se colpevoli, vengono poi condannati al pagamento di salatissime multe di diverse migliaia di sterline. Precedente da cui, come appreso da Fanpage.it, DAZN ha preso spunto per provare ad assestare un colpo letale alla pirateria anche in Italia.

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