David Beckham scappa da un hotel in Qatar da 23mila euro a notte: è stato scoperto
Sparito del nulla. David Beckham era in Qatar quale speciale ambasciatore del Paese arabo ma di lui si sono perse le tracce da un momento all'altro. Ha lasciato il sontuoso hotel nel quale alloggiava beneficiando di tutti i comfort e uno speciale trattamento extra-lusso che il Mandarin Oriental di Doha gli aveva riservato.
Non si sa dove sia finito, né se abbia preso il volo per tornare a Miami, nel Regno Unito oppure abbia solo cambiato alloggio. Ha fatto il check-out nell'ultimo week-end e s'è infilato in un cono d'ombra. Lo ha fatto dopo che i suoi fan e i tifosi dell'Inghilterra avevano scoperto dove trascorresse il suo soggiorno durante la Coppa del Mondo.
A leggere l'accoglienza ricevuta, la prima impressione che si ha è di assoluta meraviglia. Avete presenze lo sfarzo da mille e una notte? Quello di cui godeva l'ex stella del Manchester United e dei Tre Leoni era reale, tutt'altro che fiabesco. A lui, Ufficiale dell'Ordine dell'Impero Britannico (onorificenza conferitagli dalla regina Elisabetta), si rivolgevano chiamandolo "Sir David". La residenza era regale sia perché l'albergo sorge in uno dei quartieri (Mesheirb) più esclusivi di Doha, sia per l'eleganza della suite che occupava.
La Baraha View, sistemata all'ultimo piano dell'edificio, offriva un panorama eccezionale e una serie di agi di cui solo pochi possono godere. Ventimila sterline al giorno (23 mila e rotti in euro) è il costo di quella permanenza di lusso dotata di una serie di ambienti privati: dalla portineria d'accesso fino alla piscina privata, una sala da pranzo e anche un palestra. "Un albergo in un albergo", così l'hanno definita fonti interne alla struttura che hanno rivelato ai tabloid alcuni dettagli del soggiorno di Beckham.
Uno chef personale e un menù eccezionale erano di sua assoluta discrezione. Chiedeva e avrebbe trovato nel piatto ciò che più desiderava. Non carne di maiale (proibita dalla tradizione religiosa de Qatar) ma a cena come a pranzo poteva consolarsi con una bistecca di Kobe giapponese (che al piatto può costare anche oltre mille euro) oppure scegliere tra una selezione particolare di alcuni piatti di pasta.
Quanto agli spostamenti, si muoveva come una sorta di personalità di Stato: a sua disposizione c'erano un ingresso privato nella hall e per attraversare la capitale saliva a bordo di una vettura con finestrini oscurati. Sia che desiderasse recarsi allo stadio sia che volesse visitare le bellezze e i musei della città gli bastava schioccare le dita: avrebbe trovato un autista a sua completa disposizione.
In Qatar era da solo. Lui nel Golfo Persico, la moglie Victoria e i figli in Inghilterra. Il suo viaggio in quell'angolo di mondo può essere identificato come "impegno di lavoro", qualcosa che va oltre la presenza scenica nel periodo dei Mondiali. Beckham ha firmato un contratto di 10 anni per promuovere il Paese arabo, farne conoscere gli aspetti turistici, culturali e sportivi (anche) in occasione della Coppa del Mondo.
La cifra incassata è notevole: 150 milioni di sterline (poco meno di 180 milioni in euro). Un onorario che ha sollevato critiche nei suoi confronti per aver accettato quel ricco incarico offertogli da una nazione finita nell'occhio del ciclone per la questione dei diritti umani, civili e lo sfruttamento dei lavoratori migranti impegnati per allestire gli stadi e le strutture dei Mondiali. Pecunia non olet, i soldi non hanno odore. Quelli del petrolio sono oro nero che foraggiano il business.