Daniele Orsato nominato miglior arbitro al mondo: le motivazioni
Negli spogliatoi dell'Allianz Stadium, dove è tornato al termine del match appena concluso tra Juventus e Torino, Daniele Orsato ha trovato una grande e piacevole sorpresa. Mentre era intento a dirigere il derby della Mole, è stato nominato dall'Iffhs miglior arbitro al mondo del 2020. Un riconoscimento che l'istituto di statistiche e record sul mondo del calcio assegna alla fine di ogni anno solare al fischietto che si è maggiormente distinto per personalità, correttezza delle decisioni e – soprattutto – importanza delle gare arbitrate.
Non è un caso infatti che Orsato sia stato l'arbitro della finale di Champions League di quest'anno. L'equazione non è sempre vera, ma in linea generale fischiare nel match clou della competizione più importante del vecchio continente garantisce al direttore di gara il riconoscimento. Il detentore del premio per il 2019 è infatti lo sloveno Damir Skomina, che era in campo nell'atto conclusivo di Champions tra Liverpool e Tottenham. Anche Brych nel 2017, Clattenburg nel 2016, Proenca nel 2012 (eccetera…) hanno vinto il premio dopo aver arbitrato la finalissima. Ogni quattro anni, però, quando si disputa il mondiale, la lotta è più aperta: nel 2018, ad esempio, a essere premiato dall'Iffhs fu infatti Nestor Pitana, arbitro della finale Francia-Croazia.
Perché Orsato è il miglior arbitro al mondo
Sarebbe riduttivo però sostenere che Orsato abbia vinto il premio soltanto perché arbitro della finale di Champions. Bisognerebbe anzi chiedersi cosa abbia fatto l'arbitro della sezione di Schio per arrivare a fischiare sul tetto d'Europa. Non tantissime in verità le apparizioni internazionali: nella massima competizione Uefa ha diretto nel 2020 soltanto quattro gare. Due della scorsa edizione: l'ottavo di finale spettacolare tra Real Madrid e Manchester City e, appunto, la finalissima Bayern-Psg. Questo anche perché le fasi finali si sono tenute in un mini-torneo dalle partite molto ravvicinate, e Orsato è stato "risparmiato" per essere utilizzato nel match più importante, complice il fatto che nessuna italiana sia arrivata fino in fondo. Nella Champions di quest'anno è stato impegnato altre due volte, arbitrando il big match dell'ultimo turno Manchester United-Psg.
In Italia tutte le partite più importanti passano da lui, che siano match scudetto (Juve-Lazio) o gare delicate di serie B (Monza-Spal). Questo perché Orsato ha dimostrato col tempo di essere il più affidabile, equilibrato, e dalle spalle "larghe". Tollera poco il dialogo con i calciatori, usa i cartellini con moderazione nei falli ma con maggior fermezza e frequenza nelle proteste. Non elegantissimo in corsa, ma con una forma fisica eccellente (come quella di tutti gli arbitri italiani, a differenza di quelli delle altre leghe) e la capacità di trasmettere calma e sicurezza a chiunque gli stia intorno ogni volta che prende una decisione. Ovviamente non è esente da errori, anche importanti: ma il fatto che dopo essere stato nell'occhio del ciclone sia riuscito a tornare sui suoi livelli, fino addirittura ad essere riconosciuto come miglior arbitro dell'anno, la dice lunga sulla personalità e lo spessore umano che lo caratterizzano.
Gli altri italiani sul tetto del mondo
Da quando esiste il premio, fondato nel 1987, sono quattro gli arbitri italiani ad averlo vinto. Spicca il filotto di Pierluigi Collina, riconosciuto universalmente come miglior arbitro della storia del calcio, che è stato messo al primo posto per 6 anni consecutivi, dal 1998 al 2003, per poi essere scalzato al secondo dal tedesco Markus Merk. Collina arbitrò anche la finale del mondiale 2002 in Corea e Giappone, e il suo stile di arbitraggio, improntato al dialogo con i calciatori ma al contempo autoritario e basato sul linguaggio del corpo, lo ha reso un riferimento per l'intera categoria a livello mondiale. Dopo di lui l'eredità arbitrale italiana è stata raccolta da Roberto Rosetti, che è stato premiato nel 2008 dopo aver diretto la finale dell'Europeo. Sia Collina che Rizzoli sono oggi designatori a livello internazionale: il primo per la Fifa, il secondo per l'Uefa. Nel 2014 il premio è poi andato a Nicola Rizzoli, attuale designatore per la Serie A e B, decisione poi confermata l'anno successivo. Orsato è il quarto fischietto italiano nel Pantheon dei migliori, e ci entra dalla porta principale: la classifica stilata ogni anno va dal primo al decimo, e l'arbitro della sezione di Schio non era mai stato in graduatoria prima di oggi, a differenza ad esempio di Gianluca Rocchi, che era arrivato quarto lo scorso anno e sesto due anni fa, per poi ritirarsi non prima di aver avuto la soddisfazione di arbitrare una finale di Europa League, quella del 2019.
Stephanie Frappart miglior arbitra del 2020
Anche quest'anno la miglior arbitra al mondo è Stephanie Frappart. La francese, chiacchieratissima in questi giorni per essere stata la prima donna ad arbitrare (e bene) in Champions League, si aggiudica il premio per il secondo anno consecutivo. Il suo impiego da parte del designatore Uefa Roberto Rosetti ha segnato una vera e propria rivoluzione nel mondo del calcio e dell'arbitraggio. Rivoluzione destinata però a diventare prassi, visto che Frappart potrebbe presto passare a calcare regolarmente i campi europei, trasformando l'eccezionalità del momento nella normalità di un futuro si spera non troppo lontano.