Daniele Orsato: “Dopo una partita ho avuto la scorta. C’erano di mezzo mia moglie e i due bambini”

Daniele Orsato è stato uno degli arbitri più quotati a livello internazionale. Da qualche mese ha lasciato l'attività, per limiti di età, compirà 50 anni. Ma il suo mondo, quello arbitrale, non lo ha lasciato. Lo scorso gennaio è stato nominato commissario per lo sviluppo del talento arbitrale da parte dell'AIA. L'ex fischietto di Schio in un'intervista ha parlato delle difficoltà vivono gli arbitri, ha parlato del suo lavoro e dei tanti incontri con arbitri che sono stati minacciati e aggrediti. E lui stesso, in un'occasione, finì sotto scorta.
"Nelle categorie inferiori l'arbitro è un uomo solo"
L'ultimo grave episodio è accaduto in Veneto. Stavolta però non è relativo al calcio, ma al basket, dove un'arbitra di 18 anni Alice Fornasier è stata insultata in modo vergognoso da una spettatrice durante un incontro. Orsato passando affianco pure a questa vicenda ha ricordato, parlando al Corriere della Sera, quanto ha vissuto negli anni scorsi: "In passato ho visto violenze di tutti i tipi. Ogni settimana mi capitava di incontrare arbitri che erano stati vittime di giocatori o dirigenti di società che li avevano aggrediti negli spogliatoi o di tifosi che li avevano aspettati fuori dallo stadio e tutto questo ancora oggi non riesco a digerirlo, quanta rabbia e quanta tristezza ascoltare i racconti di quei colleghi, provavo quasi un senso di impotenza".
A livello alto le cose sono un po' migliorate. Perché ora esiste il VAR, Orsato su questo è netto: "In serie A la contestazione del tifoso verso l’arbitro si è alleggerita, lo strumento attenua la rabbia. Diciamo che la vita è migliorata, c’è meno astio", ma i problemi grandi ci sono a livelli molto più bassi: "Nelle categorie inferiori l’ arbitro è un uomo solo e di questo dovrebbero tener conto tutti. Le parole nei campi di periferia sono macigni, le decisioni non sono facili. In quei campetti le offese verso un arbitro hanno un peso molto maggiore di quello che accade in serie A".

Cosa fa oggi Daniele Orsato
Orsato ha spiegato cosa fa oggi nella sua nuova veste: "Agli arbitri insegno tre cose: che l’esperienza sul campo ti aiuta a prendere decisioni; che bisogna assumersi delle responsabilità ed oggi molti ragazzi sfuggono da questo aspetto e che c’è anche la possibilità di divertirsi e questo arriva dalle soddisfazioni".
Ha detto di quanto calcio guarda settimanalmente: "Nel fine settimana ne seguo in presenza due o tre, altre quattro o cinque le vedo in TV. Poi parlo con gli arbitri, mi confronto con loro sugli obiettivi, sulle cose da migliorare e anche sui loro punti di forza, partecipo ai vari raduni e ogni giorno a distanza mi confronto con un arbitro per rivedere episodi e valutarli".

"Sette giorni di sorveglianza per me e la mia famiglia"
Infine ha parlato del momento più complicato che ha dovuto affrontare nella sua lunga e splendida carriera (ha arbitro una finale di Champions League, in un Mondiale e in due Europei): "Il momento più difficile è stato quando, dopo una partita, mi è stata assegnata una scorta. Sette giorni di sorveglianza per me e la mia famiglia. Un arbitro sa di dover affrontare contestazioni, fa parte del gioco, ma quella volta era diverso: non ero solo io al centro della tempesta, c’erano di mezzo mia moglie e i miei due bambini piccoli".