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Daniele Massaro a Fanpage.it: “Il segreto del Milan è dietro Ibrahimovic”

Daniele Massaro, ex stella del Milan e oggi nell’assetto amministrativo e dirigenziale della società rossonera, ha raccontato a Fanpage.it i segreti del nuovo Milan di Pioli in testa alla classifica di Serie A trascinato da Zlatan Ibrahimovic. “Tutto il Milan lavora per far segnare Ibra. Il gruppo si è compattato, c’è un’identità precisa”.
A cura di Fabrizio Rinelli
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Il primo posto in Serie A con 17 punti e la consapevolezza di aver finalmente raggiunto un livello degno del suo nome. Il Milan raccontato da Daniele Massaro, ex stella dei rossoneri di Arrigo Sacchi e di Fabio Capello, oggi nell'assetto amministrativo e dirigenziale del club. "Questo Milan somiglia molto a quello di Capello per pragmatismo e carattere", ha raccontato in un'intervista a Fanpage.it, spiegando i motivi per cui tutta la squadra di Pioli, oggi, giri intorno ai gol di Zlatan Ibrahimovic. Ben 50 reti in maglia rossonera, oggi Daniele Massaro, al pari di Paolo Maldini, è uno degli ex calciatori rossoneri all'interno dell'attuale società del Milan.

Il Milan sembra essere una macchina perfetta per Pioli, qual è il segreto?
"E’ diventata squadra, certi meccanismi giorno dopo giorno sono stati assimilati dai giocatori. Ognuno si sacrifica per l’obiettivo comune e questo è fondamentale per raggiungere risultati importanti".

Cos'è successo dopo il lockdown? Il Milan è diventato un'altra squadra.
"Come ho detto prima, è diventato più squadra, il gruppo si è compattato, c’è un’identità precisa e consapevolezza. Sul campo questo lo si vede chiaramente".

Ibrahimovic: passano gli anni, ma resta determinante.
"Il segreto è che tutta la squadra lavora per far segnare Ibra. Io quando segnavo un gol mi sentivo felice ma dietro ad ogni rete c’era il lavoro di tutti, e questo lo si vede anche oggi. Ibra è un punto di riferimento ed ha un compito importante, è un esempio positivo per i più giovani per la loro crescita, per la mentalità e il giusto approccio al lavoro in ogni allenamento".

Questo Milan – per grinta, carattere e determinazione – quanto somiglia alla squadra di Sacchi che ti ha lanciato nel grande calcio?
"Quella di Sacchi la metterei da parte. Forse direi che somiglia di più alla squadra di Capello per il suo pragmatismo e carattere. Forse meno spettacolare, ma con la testa sempre rivolta al raggiungimento del risultato con la giusta determinazione e coraggio".

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Il tuo Monza di nuovo protagonista in B con Adriano Galliani e Silvio Berlusconi.
"E’ ancora una grande sfida per due grandissimi visionari che hanno fatto tanto nel mondo dello sport, uno da Presidente e l’altro da grandissimo conoscitore del calcio a 360 gradi. La loro ambiziosa sfida è quella di portare il Monza in Serie A a competere col Milan".

Guardando al passato, l'emozione più grande provata al Milan?
"Una sola è difficile. La telefonata di Galliani per venire al Milan sicuramente è una delle più grandi. Poi ci sono state quelle delle prime volte a Milanello e a San Siro. Metterei anche il gol nel derby sotto la Curva Sud. La ciliegina ovviamente sono i due gol in finale di Champions contro il Barcellona. Ma sono solo una parte di tantissime emozioni che ho vissuto con questi colori".

Qual è il giocatore che oggi ti somiglia di più, vedendolo in campo?
"Fino all’anno scorso mi rivedevo molto in Cutrone, per il suo modo di entrare e spaccare le partite. Oggi mi viene da dire Caicedo sempre per la sua concretezza nei minuti in cui viene impiegato".

Perché il Milan deve essere gestito da ex rossoneri come te e Maldini?
"Mi fa molto piacere che la nuova società abbia scelto di mettere in vari ruoli manageriali figure che hanno fatto calcisticamente la storia del Milan e che ora possano essere altrettanto importanti per riportare il club a tornare ad essere nell’élite del calcio. Sappiamo quali sono i valori di questa società e oggi cerchiamo di trasmetterli nel lavoro quotidiano".

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