Daniele De Rossi non dimentica l’esperienza al Boca Juniors e fa una promessa: “Un giorno lo allenerò”
Daniele De Rossi al Boca Juniors, un trasferimento epocale e che ha fatto coronare all'ex Capitan Futuro giallorosso il sogno di una vita, concludendo la sua prestigiosa carriera in uno dei club più amati sin da bambino in cui ha sognato giocare almeno una volta. E così è stato, nell'ultimo anno da professionista per una stagione dopo 19 passate con i colori della Roma. Dodici mesi indimenticabili che l'ex centrocampista è tornato a ricordare in un podcast con altri ex campioni: "L'esperienza più incredibile della mia vita, un giorno tornerò da allenatore"
L'esperienza di Daniele de Rossi al Boca è passata alla storia per l'importanza della sua figura da campionissimo e per lo storico arrivo di un campione del mondo con l'Italia del 2006 nel calcio argentino. E per lui è stata anche una parentesi indimenticabile, al punto che, nonostante abbia dovuto accettare ripetutamente l'eliminazione nella Copa Libertadores contro il River, l'ex Roma ha ribadito di aver vissuto "la più grande dimostrazione d'amore della mia vita". L'occasione è arrivata grazie ad una intervista rilasciata a "The Overlap", un podcast con altri ex giocatori come Gary Neville, Jamie Carragher, Ian Wright e Roy Keane. De Rossi ha ricordato i tre Superclassici argentini vissuti come giocatore con la maglia xeneize durante i suoi sei mesi in Argentina. Tra cui due momenti in particolare, sempre nelle sfide più epiche e sentite con gli eterni rivali del River Plate.
La doppia sconfitta in Libertadores contro il River: "I tifosi alla fine piangevano ma erano fieri di noi"
Il primo fortissimo ricordo è legato alla doppia sfida in semifinale di Libertadores appena arrivato in Argentina: "Abbiamo perso la semifinale di Copa Libertadores contro il River… 2-0 lì e poi vinto 1-0 in casa. Alla fine di quella partita ho vissuto la migliore dimostrazione d'amore della mia vita" ha ricordato De Rossi. "Abbiamo lottato, il River è stato migliore ma abbiamo lottato fino al 95′ e i nostri tifosi erano lì a sostenerci, applaudivano, cantavano ‘Io porto il Boca nel cuore'. Piangevano, lo si leggeva sui loro volti, perché avevamo perso ma erano fieri di noi. È stato semplicemente incredibile. Ho amato quelle persone, si trattava di una dimostrazione di reciproco rispetto".
Il superclasico al Monumental: "I tifosi del River ci prepararono il funerale, fu un massacro"
Poi, il nastro dei ricordi di De Rossi si riavvolge ancora e giunge ad un altro "superclasico", disputato al Monumental, l'1 settembre 2019. Un altro ricordo indelebile, scendendo in campo: "I tifosi avversari ci avevano preparato un funerale . I tifosi ci schernivano con croci, bare e palloncini neri. ‘ Chi non salta muore a Madrid', cantavano così" ricorda De Rossi. "Eravamo lì contro un'ottima squadra e abbiamo pareggiato 0-0. Non abbiamo tirato in porta neanche una volta ma non contava. Sapevamo che dovevamo lottare, perché loro erano più bravi di noi e perché i tifosi del Boca, dopo quella finale, lo volevano. Fu un massacro ma ci siamo sentiti gridare ‘Fieri di voi, avete lottato per noi, volevamo questo'. Alla partita successiva alla Bombonera c'erano 60mila persone…"
L'ultima promessa di De Rossi al Boca: "Da allenatore ho lasciato una porta aperta…"
Ora che gli scarpini sono stati appesi al chiodo del ritiro, c'è un altro sogno che culla le notti di De Rossi e riguarda sempre il Boca: "Mi piacerebbe allenarlo. Ho lasciato quella porta aperta perché voglio tornare. Sono cresciuto guardando clip su Maradona e della Bombonera. Mi sono innamorato dello stadio e dell'amore che i tifosi hanno e penso che sia simile a quello che ho visto solo qui a Roma".