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Daniele De Rossi, la rabbia e l’orgoglio dell’Italia nella disfatta storica contro la Svezia

Daniele De Rossi, pur senza giocare, fu uno dei grandi protagonisti della maledetta serata in cui l’Italia pareggiando a San Siro contro la Svezia disse addio alla qualificazione ai Mondiali 2018. Prima la rabbia in panchina, con la volontà di non entrare in campo per lasciare il posto ad un attaccante, e poi le scuse nel post-partita agli avversari per i fischi dei tifosi all’inno.
A cura di Marco Beltrami
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Una notte maledetta, una delusione che ancora oggi è difficile da digerire. Impossibile dimenticare quei momenti in cui l'Italia pareggiando a San Siro a reti bianche contro la Svezia nel ritorno dei playoff, disse addio clamorosamente alla possibilità di partecipare ai Mondiali 2018. Un calciatore azzurro, pur senza entrare in campo, fu uno dei grandi protagonisti della serata: Daniele De Rossi, infatti oltre mettersi in mostra per un memorabile siparietto in panchina, dopo il match con grande fair play salì sul pullman della Svezia per scusarsi dopo i fischi di alcuni tifosi azzurri all'inno nazionale ospite.

De Rossi protagonista senza giocare nei playoff mondiali tra Italia e Svezia

Daniele De Rossi fu senza dubbio il simbolo positivo della disfatta dell'Italia contro la Svezia nel novembre 2017. Il centrocampista non collezionò nemmeno un minuto in quella sfida, ma trovò comunque il modo di conquistare la scena. In primis nel finale di gara, quando le telecamere pizzicarono una sua "reazione" all'invito a scaldarsi da parte di un collaboratore di Ventura. L'ex capitan Futuro in quell'occasione andò su tutte le furie e indicò al componente dello staff Lorenzo Insigne, urlando: "Dovemo vince, non dovemo pareggià". De Rossi avrebbe preferito restare in panchina e lasciare il posto ad un altro giocatore che si sarebbe potuto rendere pericoloso più di lui.

Il siparietto in panchina e il rifiuto di entrare

Nel post-partita, l'ex centrocampista della Roma spiegò: "Forse è brutto da vedere e se qualcuno si è offeso mi dispiace – ha detto il centrocampista a fine partita, vedendo le immagini dell'episodio -. In panchina la partita si viveva come in campo. Ma sono cose che succedono, che senatori come me a volte dicono. E’ stato un semplice scambio di opinioni, ma nulla più…”. Sullo stesso episodio, che fece il giro del mondo, Ventura dichiarò anni dopo: "Nessuno ha mai chiesto a De Rossi con chi stesse parlando. Non ce l’aveva con me, ma con il preparatore atletico. E’ abitudine mandare i giocatori della panchina a scaldarsi prima di qualche cambio, ma Daniele non sarebbe entrato, non avevo dato alcuna disposizione in proposito. Però è servito anche questo per scaricarmi addosso di tutto".

Quando De Rossi salì sul pullman della Svezia per scusarsi per i fischi all'inno

De Rossi dunque ci mise la faccia, anche davanti ai microfoni. Il tutto però prima di rendersi protagonista di un altro gesto importante. Nel post-partita, il centrocampista si recò sul pullman della squadra svedese, per scusarsi per quanto accaduto in occasione del momento degli inni nazionali prima del calcio d'avvio, quando quello svedese era stato bersagliato dai fischi dei tifosi azzurri. Un gesto stigmatizzato già da Buffon in campo, con l'invito ai sostenitori ad applaudire, e poi dallo stesso romanista. Quest'ultimo mise da parte l'amarezza per il risultato negativo e porse le proprie scuse a tutti i gialloblu con tanto di in bocca al lupo per i Mondiali.

Una situazione che lasciò senza parole i calciatori gialloblu, che spesero parole di grande stima per De Rossi. L'ex difensore del Torino Pontus Jansson infatti dichiarò: "Uno dei momenti più belli della mia carriera, davvero un gentiluomo. Si è comportato da vero capitano". Sulla stessa lunghezza d'onda anche l'ex genoano Granqvist che ad Aftonbladet, ringraziò l'avversario: "Grande rispetto per Daniele. Lo abbiamo ringraziato". 

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