Daniel Passarella sta svanendo per una malattia, amici scioccati: “Non è più quello che conoscevamo”
Quando un nome grosso sparisce un po' dalla circolazione le voci cominciano a circolare: "Ma perché non allena più?", "Che fine ha fatto?", e altri interrogativi simili. Nessuno dice nulla finché chi è vicino al diretto interessato svela cosa sta succedendo oppure un media importante – trattandosi di un personaggio che è un monumento nazionale – si assume la responsabilità di rompere il silenzio. È quello che è successo nelle ultime ore in Argentina: il quotidiano ‘Olè' ha pubblicato la notizia che nessun tifoso albiceleste avrebbe voluto leggere.
Daniel Passarella, glorioso capitano della Nazionale argentina che ha giocato anche in Italia con le maglie di Fiorentina e Inter, sarebbe affetto da "una malattia neurodegenerativa simile alla SLA che con frequenza crescente, all'età di 69 anni, gli fa perdere il suo posto nel tempo e nello spazio". "Non è più il Passarella che conoscevamo, adesso è un altro Daniel", dicono gli amici scioccati. Qualcuno cerca di negarlo in pubblico, ma ormai la notizia è difficile da tenere riservata.
Il ‘Caudillo' – che guidava le difese a testa alta, atteggiamento del corpo che faceva il paio con la leadership e il carattere fumantino – sta vivendo un processo di deterioramento cognitivo simile a quello vissuto dal padre. I suoi intimi spiegano che raramente esce di casa da solo e che le sue uniche attività al momento sono alcune sortite in macchina nel suo quartiere, ma mai da solo, perché all'improvviso può dimenticare l'indirizzo o perdere l'orientamento. Oppure le periodiche visite dove vive da qualche anno suo figlio Lucas, a 200 chilometri da Buenos Aires.
Il più giovane dei Passarella, peraltro, starebbe valutando il ritorno nella capitale poiché suo padre, a causa delle sue condizioni, non solo non può più allenare una squadra di calcio ma neanche gestire la sua proprietà. Se anche i sintomi della malattia potrebbero talora non notarsi nel caso qualcuno incontrasse l'ex capitano dell'Argentina campione del mondo del 1978, chi gli sta vicino assicura che oggi sono molto più frequenti di circa tre anni fa, quando cominciarono a diventare evidenti.
Passarella, che dopo aver appeso gli scarpini al chiodo ha allenato tra le altre Argentina, Uruguay ed anche il Parma per sole 5 partite, non siede su una panchina dal 2007, quando lasciò il River Plate. Due anni dopo diventò presidente del club, carica ricoperta fino al 2013. Da allora un lento sparire dalle scene, parallelamente al lento dissolversi del Passarella di un tempo. Nonostante negli ultimi tempi il suo nome sia stato collegato alla possibilità di allenare squadre cinesi, qatariote, arabe e anche sudamericane, nel suo entourage più stretto assicurano che si è trattato più di voci che di realtà, poiché in nessun caso avrebbero potuto assumersi la responsabilità di un impegno che non era più in grado di assolvere.
La cerchia più ristretta delle persone che oggi lo circondano non ha nulla a che fare col suo mondo di una volta, ex compagni di squadra, amici o membri del suo staff tecnico. Molti di loro li ha visti per l'ultima volta due anni fa in occasione della veglia funebre dell'ex Ct albiceleste Alejandro Sabella. Oggi Daniel Passarella "non è più quello che conoscevamo": l'Argentina si stringe intorno ad uno dei suoi figli più fieri, del quale è passata alla storia la faida con Diego Armando Maradona, che si prese la sua fascia di capitano alla vigilia del mondiale vittorioso del 1986, cui poi Passarella non partecipò. Da allora i due non avrebbero più fatto pace. Oggi Diego non c'è più, Daniel sta lentamente svanendo.