Dani Olmo umilia de Ligt e la difesa del Bayern Monaco: la reazione di Kim e Kane è virale
L'espressione che Kim e Kane (entrambi tenuti inizialmente in panchina) hanno stampata sul viso dice tutto della serataccia che il Bayern Monaco ha passato contro il Lipsia. La squadra di Tuchel ha preso tre sberle sonore, tre ceffoni sul muso e perso il primo trofeo della stagione. La Supercoppa di Germania va alla squadra di Marco Rose che deve tutto a Dani Olmo, autentico mattatore dell'incontro con una tripletta.
Lo spagnolo ha dato un saggio del suo campionario mescolando velocità di pensiero, rapidità d'esecuzione, istinto, talento e offrendo alla platea di tifosi tedeschi uno spettacolo d'eccezione. È stato bravo (anche) ad approfittare delle incredibili sbavature difensive dei bavaresi affondando i colpi come lama nel burro. L'ex juventino Matthijs de Ligt è rimasto scottato più di tutti per il modo in cui l'avversario s'è liberato della sua marcatura facendolo passare per la bella statuina.
Gol di rapina, prodezza tecnica, freddezza su calcio di rigore. Olmo ci ha messo poco a triturare il reparto arretrato del Bayern: dopo tre minuti l'ha già messa dentro (è il più lesto di tutti a fiondarsi sulla palla ribattuta) capitalizzando il movimento sbagliato della linea difensiva (tutta schiacciata verso la porta) e l'assoluta libertà di cui ha goduto in piena area.
Ma è il secondo gol che è una frustata per i bavaresi sia per il modo in cui lo spagnolo lo mette a segno sia perché cade alla fine del primo tempo e vale una sentenza. Nella ripresa la squadra di Tuchel non riuscirà mai a raccapezzarsi né avrà abbastanza energie per riaprire il risultato. Nemmeno l'ingresso di Kane servirà a cambiare l'inerzia della sfida, decisa da un numero di prestigio di Olmo.
La palla c'è ma non si vede. Il trucco da illusionista lascia di sasso de ligt: l'ex calciatore della Dinamo Zagabria arpiona la palla, fa una piroetta, la porta dietro di sé col tacco, resiste al contrasto, resta in piedi e scatta verso il portiere. Oplà… il Lipsia è già sullo 0-2. Manca la ciliegina sulla torta, arriva nella ripresa: il tiro dal dischetto dello spagnolo è perfetto, si spegne nell'angolino alla destra di Ulreich. Hattrick, palla e trofeo a casa.
A Barcellona staranno mordendo le mani per quel ragazzo allevato nella ‘cantera' ma finito altrove perché non gli è stata concessa abbastanza fiducia. A 16 anni va in Croazia e la sua carriera prende un'altra strada. Il Milan prova a portarlo in Italia ma i 30 milioni del Lipsia lo conducono in Germania. Con la Red Bull adesso ha un contratto fino al 2027.
Maledette finali. Per adesso Kane non ne ha vinta una. Per giunta nella serata in cui tutti attendevano lui s'è visto soffiato il proscenio dal talentino spagnolo. La sconfitta con il Lipsia aggiunge un'altra tacca all'amarezza. Nel 2019 perse la finale di Champions League con il Tottenham, nel 2021 gli Spurs finirono ko contro il Manchester City in Coppa di Lega. Poi ci fu la finale degli Europei finita malissimo a Wembley quando l’Inghilterra perse contro l’Italia ai calci di rigore.