Dani Alves resta in carcere: il Tribunale respinge la richiesta di libertà provvisoria
Dani Alves resterà in carcere. La terza sezione del tribunale di Barcellona, presieduta dal giudice Eduardo Navarro, ha respinto la richiesta di scarcerazione presentata dai suoi avvocati. Il calciatore brasiliano, accusato di violenza sessuale, resterà nel carcere di Brians 2. Perché ci sono solide prove contro l'ex del PSG e anche un concreto rischi di fuga verso il Brasile, considerate anche la sua solidità economica.
Gli avvocati dell'ex difensore di Barcellona e Juventus avevano chiesto la libertà provvisoria per il loro assistito. Ma il tribunale ha respinto l'istanza degli avvocati di Dani Alves che avevano messo in discussione la versione della vittima e avevano garantito che il calciatore non sarebbe scappato.
La Corte ha deciso così perché teme il pericolo di fuga, considerando anche le possibilità economiche del calciatore, e particolar non da poco gravi indizi di colpevolezza. I giudici hanno impiegato diversi giorni per decidere ma solo nella giornata di martedì hanno comunicato alle parti la loro decisione. Dani Alves resterà dunque nella cella del modulo 13 di Brians 2, dove è giunto un mese fa, dopo essere stato alcuni giorni nel carcere di Brians 1.
Il calciatore, che ha fatto parte della rosa del Brasile che ha disputato i Mondiali del Qatar, è stato accusato da una donna di 23 anni di violenza sessuale, violenza avvenuta nei bagni di una delle discoteche più alla moda della città di Barcellona lo scorso 30 dicembre. Dani Alves dopo aver festeggiato poi il Capodanno in Catalogna era poi volato in Messico, dove giocava con il Pumas, ma è tornato in Spagna nella seconda metà di gennaio e si era presentato spontaneamente dai giudici. Poco dopo era stato arrestato e rinchiuso nel complesso carcerario di Brians, situato a una quarantina di chilometri da Barcellona. Mentre il Pumas una volta finito in carcere Dani Alves ha deciso di stracciare il contratto.