Dani Alves provato dal carcere, è tormentato da una cattiva sensazione: “Per me è finita”
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"Per me è finita, non ho molte speranze". Una voce dal carcere racconta come Dani Alves ha affrontato (e sta affrontando) il periodo delle detenzione e come si sente adesso che è sotto processo. In aula si presenta sempre vestito con un indumento bianco, quasi a voler urlare la propria innocenza rispetto all'accusa di violenza sessuale. Ma non gli basterà per convincere i giudici che, almeno finora, hanno ritenuto credibile la deposizione della donna che lo ha accusato di averla stuprata nel bagno della discoteca Sutton di Barcellona.
"Sa di aver perso tutto… È tormentato da una brutta sensazione, sente dentro di sé che può trascorrere altri dieci anni qui. Il processo lo considera perduto, è convinto che nessuno gli crederà", sono le parole di un detenuto che ha raccontato a un programma sudamericano come il calciatore brasiliano, oggi 40enne, sta trascorrendo uno dei momenti più delicati della sua vita.
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Il calendario delle udienze adesso scandisce le sue giornate. La strategia adottata dalla difesa verte essenzialmente su un fattore: quella sera non era in sé, ma ubriaco abbastanza da non capire cosa stava facendo. Solo così può sperare in una sentenza meno grave, dai 3 ai 6 anni rispetto alla forbice di 9/12 che rischia tenendo conto delle richieste prefigurate da accusa e Procura.
"La verità è che si sente solo – ha ammesso a Espejo Publico il detenuto che con il giocatore ha condiviso gli ultimi 6 mesi di carcere -. Ed è passato dall'essere un idolo a un uomo che non vuole nessuno intorno a sé". L'ex Barça vede il suo mondo finire in pezzi e il terreno sgretolarsi sotto i piedi. È convinto che scivolerà all'inferno e che quello vissuto fino a questo momento sia solo l'anticamera di altro. "Sua madre e sua sorella non sono qui da un po'… E sua moglie viene raramente, solo in alcuni fine settimana".
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Della routine dietro le sbarre se n'è fatta una ragione. È lì da un anno. In cuor suo è come abituarsi già a qualcosa che, nel giro di un mese al massimo, gli piomberà addosso. E gli farà ancora molto male, più ancora della crisi finanziaria che lo ha investito.
"Quando è entrato siamo rimasti tutti scioccati. Mangiava poco e parlava poco, ma ora si è ambientato. Ci compra delle cose allo spaccio . È sempre vestito di nero, si sveglia alle 7 del mattino, passa la conta, fa colazione e va subito nel patio a fare sport. Non studia né fa altro. Dato che è solo nella cella, ne approfitta per pensare alla sua situazione e trascorre il tempo a guardare la tv". Triste, solitario y final.