Dani Alves incastrato dal tatuaggio sul pube, il magistrato lo inchioda: non poteva stare seduto
Dani Alves continua la sua detenzione in prigione a Barcellona, dopo essere stato arrestato lo scorso 20 gennaio per la presunta violenza sessuale commessa su una ragazza 23enne in una discoteca della città catalana. Le indagini sono state velocissime, visto che l'episodio è accaduto il 30 dicembre, l'inchiesta è partita il 10 gennaio e dopo una decina di giorni il 39enne calciatore brasiliano è stato fermato con un'accusa gravissima per la quale gli è stata negata la libertà su cauzione.
Gli inquirenti ritengono infatti di avere prove molto pesanti nei confronti del giocatore più titolato della storia del calcio, che probabilmente ora baratterebbe volentieri qualcuno dei suoi 44 trofei per cancellare questa storia che macchia la sua immagine in maniera orribile. La testimonianza della donna che ha denunciato la violenza è del resto dettagliatissima e c'è un elemento in particolare che ha incastrato Dani Alves, costretto a cambiare più volte la sua versione dei fatti cadendo in contraddizione.
Secondo quanto svelato dal quotidiano ‘El Mundo', la ragazza che si trovava nel locale assieme al brasiliano e che ha raccontato di essere stata costretta al rapporto sessuale forzato dopo essere stata soggiogata nel bagno, ha visto il tatuaggio che l'ex calciatore di Barcellona, Juventus e PSG ha sull'addome: una mezza luna. Un dettaglio fondamentale, visto che collima perfettamente con la ricostruzione della donna, in base alla quale prima del presunto stupro Dani Alves aveva cercato di imporle un atto di sesso orale. Ma in primis smentisce anche la prima versione del giocatore, secondo la quale non conosceva neanche la ragazza e tra loro non c'era stato nulla: è evidente che per mostrare quel tatuaggio doveva essere a torso e pube nudi.
Successivamente il brasiliano ha dichiarato che era seduto sul water del bagno quando la vittima è entrata e "si è avventata su di lui". Ma in questo modo non era possibile osservare il suo tatuaggio così come è stato descritto dalla donna visto che avrebbe dovuto essere in piedi, quindi è stato costretto a fornire un'ulteriore versione della vicenda, ovvero che il rapporto era avvenuto ma era consenziente e senza alcuna violenza. Si capisce bene che la sua credibilità sia uscita distrutta da queste giravolte dettate solo dall'impossibilità di fare diversamente.
Da parte sua, la donna che ha sporto denuncia ha riferito di aver osservato questo dettaglio fisico quando il calciatore avrebbe cercato di costringerla a fare sesso orale con lui. Il tatuaggio è stato fondamentale per il magistrato titolare dell'inchiesta per emettere un provvedimento della restrizione della libertà così pesante per Dani Alves: nell'interrogatorio del calciatore, ha infatti voluto sapere dov'era il tatuaggio in questione e come fosse possibile per la vittima descrivere in maniera così dettagliata quella mezzaluna se lui non si fosse alzato e fosse stato coperto dalla camicia, visto che il disegno scende dall'addome fino alla zona genitale.
La situazione insomma si presenta molto difficile per il brasiliano, che ieri – dopo tre notti trascorse nel carcere di Brians 1 – è stato trasferito in quello di Brians 2, una prigione situata ad un chilometro di distanza che ha celle con bagni privati. La decisione è stata presa come misura di sicurezza, poiché in quest'ultimo carcere sono detenute solo circa 80 persone, rispetto alle 200 che risiedono a Brians 1. Essendogli stata negata la libertà su cauzione, il calciatore dovrà affrontare il processo da dietro le sbarre.
Nei primi giorni di detenzione, Dani Alves ha ricevuto alcune visite del suo più stretto entourage, in primo luogo per tenerlo d'occhio, visto che secondo alcune indiscrezioni dal momento dell'arresto non si è nutrito nel modo migliore, essendo molto provato dall'evoluzione degli eventi. Secondo il media brasiliano ‘O Globo', il calciatore ha incontrato il suo avvocato, accompagnato dai suoi agenti Fran Sergio Ferreira e Dinorah Santana. Quest'ultima è stata la sua prima moglie nonché madre dei suoi due figli, ma condivide anche diversi affari con lui: ora vede minacciata la propria attività e dunque è pronta a supportare in toto il suo ex marito nella durissima battaglia giudiziaria che si preannuncia.
Dal canto suo, l'attuale compagna di Dani Alves, Joana Sanz, non lo ha scaricato, nonostante l'ammissione del rapporto sessuale, sia pur consenziente, con la ragazza che lo ha denunciato: "Ho visto molte volte come le donne si avvicinano a mio marito provando a fare qualcosa con lui. Se lo fanno in mia presenza, non voglio immaginare quando non ci sono. So chi è mio marito, so come l'ho conosciuto. So quanto sia rispettoso". Arriveranno momenti ancora più duri. Per tutte le persone coinvolte in questa bruttissima storia.