Dani Alves in lacrime al processo per l’accusa di stupro: “Non ha detto che non voleva fare sesso”
Il terzo giorno di udienze nel processo che vede Dani Alves dover rispondere dalle terribili accuse di stupro nei confronti di una ragazza che lo ha denunciato, è giunto anche il momento della testimonianza diretta dell'ex calciatore brasiliano. Visibilmente provato, travolto da un pianto dirotto che ne ha interrotto più volte la deposizione, Dani Alves ha ribadito la propria versione: "Non mi ha detto che non voleva fare sesso. Non mi ha mai detto che non volesse fare niente con me."
Al tribunale di Barcellona, di fronte ai giudici ha deposto anche l'accusato: Dani Alves. Dopo le dichiarazioni rilasciate dalla donna che ha denunciato l'ex stella brasiliana di violenza consumata in un bagno di un locale notturno, la notte di capodanno, motivo per il quale dal gennaio 2023 si ritrova in fermo preventivo, Dani Alves ha rilasciato la propria versione dei fatti dopo che il giudice ha ascoltato la donna. Un momento cruciale, arrivato dopo la visione di alcune immagini delle telecamere che hanno in parte ripreso quanto avvenuto in quel frangente e ad ulteriori deposizioni di periti forensi.
"Mi sono incontrato con i miei amici per andare a mangiare alla Taverna del Clínic" ha iniziato a raccontare Dani Alves rispondendo alle domande del proprio avvocato, Inés Guardiola. "Siamo arrivati verso le 14,30. All'inizio volevamo solo mangiare, ma non ci vedevamo da molto tempo e così siamo andati avanti fino all'una di notte. Abbiamo ordinato cinque bottiglie di vino e una bottiglia di whisky giapponese. Io personalmente ho bevuto due bottiglie di vino e un bicchiere di whisky. Poi, usciti dal ristorante siamo andati al Nuba, abbiamo passato un po' di tempo ancora a bere un giro di gin tonic. Usciti da lì abbiamo ritirato la macchina al parcheggio, Bruno era alla guida perché avevo bevuto molto e non potevo guidare".
Una situazione psicofisica al limite, che conferma quanto rilevato dalle precedenti testimonianze: Dani Alves era ubriaco. "Dopo il Nuba siamo andati al Sutton, sempre con Bruno. Siamo arrivati verso le 2,30 del mattino. Mi hanno accompagnato al tavolo sei. C'è solo un bagno accanto al tavolo sei e io sono un cliente abituale del Sutton e ho sempre quel tavolo disponibile. Siamo arrivati allo stand, abbiamo iniziato a bere e ballare con Bruno per un po'." A quel punto, il primo approccio con un gruppo di ragazze: "Sono arrivate le prime e sono rimaste lì a ballare per un po'. Poi hanno invitato altre tre ragazze, la denunciante e le sue amiche. Nessuno si sentiva affatto a disagio. Sono arrivati, hanno iniziato a salutarci ed è iniziata una conversazione amichevole. Credo che sapessero bene chi fossi".
Da lì in poi, racconta Dani Alves, il primo approccio fisico con la donna che poi l'ha denunciato: "Stavamo ballando, interagendo. Lei ha cominciato a ballare più vicino a me, strofinando le sue parti contro le mie, twerkando e ha iniziato a toccarmi le parti intime". E' in quel momento che l'ex brasiliano avrebbe optato per il bagno: "Ha detto di sì per andare in bagno, non ho dovuto insistere. Le ho solo detto che prima andavo io. Ho aspettato un po', pensando che non sarebbe venuta ho aperto la porta e l'ho praticamente incontrata all'ingresso".
Il racconto di Dani Alves si fa sempre più dettagliato davanti ai giudici proprio nella parte maggiormente contestata, quella della presunta violenza: "Si è inginocchiata davanti a me e ha iniziato a farmi una fellatio. Mi sono abbassato i pantaloni e mi sono seduto sul water. Poi mi sono ritrovato con la mia schiena premuta contro la sua. La fellatio è stata praticamente l'unico rapporto totale perché poi l'ho penetrata ma ho eiaculato fuori dal suo sesso." E' a questo punto che i nervi di Dani Alves cedono e scoppia in un pianto a dirotto.
Tra le lacrime il brasiliano continua: "Non l'ho schiaffeggiata né gettata a terra. Non sono un uomo violento e soprattutto non mi ha detto che non voleva fare sesso, non mi ha mai detto che non voleva niente da me. Poi non ho mai più rivisto la denunciante né le sue amiche. Certo, avevo bevuto troppo. Mi sono diretto a casa da mia moglie che stava dormendo nel letto. Ho saputo solo dopo, dalla stampa, che mi accusavano di stupro: il mio mondo è crollato. Ero praticamente rovinato perché mi avevano bloccato il conto in Brasile e avevano interrotto tutti i miei contratti."