Dani Alves assolto, presenta il conto a chi lo ha abbandonato: il primo a pagare sarà il Pumas

Dani Alves si è preso la rivincita che più contava riuscendo ad ottenere l'assoluzione dall'accusa più infamante: violenza e coercizione nei confronti di una giovane donna che lo aveva accusato di molestie sessuali, obbligandolo a 14 mesi di carcere preventivo. Per i quali adesso ha già dato mandato ai propri legali per avere un risarcimento economico, ma non sarà l'unico. L'ex calciatore brasiliano si è ripreso la propria vita e ha preparato una lista di chi, nel momento del bisogno, lo ha immediatamente scaricato, lasciandolo solo. Il primo a pagare sarà il Pumas, l'ultimo club di cui indossò i colori, verso i quali ha già pronta una triplice causa: civile, penale e sindacale.
Dani Alves assolto: ora è lui l'"accusa"
Nulla di definitivo, perché l'accusa può rivolgersi ancora in appello e impugnare l'ultima sentenza che ha dichiarato Dani Alves innocente. Fino a prova contraria, dunque, l'ex stella brasiliana, può ritenersi soddisfatto per aver visto concretizzarsi ciò che dal primo giorno in cui è stato accusato, ha sostenuto: l'estraneità alle accuse di violenza, sostenendo che tutto ciò che accadde in quella maledetta notte di capodanno 2024, fu alla fine consensuale. Così, ora può ritenersi libero a tutti gli effetti e riprendere la propria vita da quando, 14 mesi prima, gli era stata strappata con il carcere preventivo, per paura di inquinamento delle prove o eventuali tentativi di fuga. E Dani Alves lo ha fatto senza battere ciglio dando diversi mandati ai proprio legali.
Le tre cause di Dani Alves al Pumas: civile, penale e sindacale
Così ha presentato il "conto" al Pumas, il club messicano con cui ha giocato prima dello scandalo che lo ha investito. A suo tempo, il club rescisse il contratto immediatamente, prendendo le distanze dal giocatore ancor prima che vi fosse una sentenza. Una scelta radicale che Dani Alves denunciò come "unilaterale": parola che venne accolta dal tribunale in prima istanza di fronte all'immediata denuncia del brasiliano. Ma adesso, il conto è ben più salato: Dani Alves ha portato la società messicana in tribunale e dovrà rispondere di ben tre cause.

La prima è civile: il brasiliano pretende un risarcimento per i danni morali cui è andato incontro vedendosi defenestrato malgrado avesse in atto un regolare contratto. La seconda è penale: i Pumas dovranno rispondere anche di diffamazione, perché ciò che venne assunta a motivazione, di fronte all'attuale sentenza non corrisponde al vero. La terza, sindacale: quella rescissione del contratto fu ingiustificata e unilaterale contestando che stesse adempiendo ai propri doveri per i guai legali in cui era coinvolto in Spagna. Infine, ma non ultima, la pretesa di avere l'intero stipendio che gli spetta, mai retribuitogli dal momento del licenziamento.
Dani Alves presenta il conto dei 14 mesi di carcere
Per Dani Alves, dunque, è iniziata la "seconda" fase della sua vicenda giudiziaria: quella in cui è lui ora a passare dalla parte dell'accusa. Davanti alla sentenza che lo ha assolto, l'ex calciatore, ha iniziato a stilare l'elenco di chi lo ha abbandonato o ha tentato di screditarlo. Nel mirino, è finita anche la stessa ragazza che lo denunciò: non solo ora non dovrà pagare la richiesta di risarcimento che ammontava a circa 150 mila euro, ma le ha presentato il conto dei 14 mesi di carcere.