Dani Alves a processo per stupro, la strategia difensiva è disperata: cita 2 attenuanti
Il 5 febbraio Dani Alves andrà a processo per l'accusa di stupro, da un anno è detenuto in carcere e rischia una condanna dai 9 ai 12 anni. I ticket della consumazioni e la testimonianza di Joana Sanz, che dovrebbe confermare la nuova versione (la quinta in assoluto dopo aver perfino negato di conoscere la donna che lo ha denunciato) secondo cui quella notte tra il 30 e il 31 dicembre 2022 nella discoteca Sutton di Barcellona aveva bevuto troppo e non pienamente cosciente di se stesso, delle proprie azioni.
È l'ultima mossa per dare un senso alla strategia difensiva che finora è andata a sbattere contro un muro: il diniego da parte del giudice del tribunale catalano di concedergli il beneficio della libertà condizionata, compresa la possibilità di avere addosso il braccialetto di localizzazione che ne segnalasse gli spostamenti.
L'avvocato brasiliano, Inés Guardiola, farà riferimento esplicito al numero di drink che il giocatore, oggi 40enne, avrebbe ingerito prima si verificasse l'episodio per il quale è stato incriminato. A corredo di questa narrazione dei fatti il legale sottoporrà alla corte due prove, una documentale mentre l'altra farà leva su una testimonianza diretta, quella della (ex) moglie.
Nel primo caso si tratta del numero di talloncini che certificherebbero la quantità di ‘bicchieri' bevuti, tale da portare a un annebbiamento dei sensi da parte del giocatore. Nel secondo a deporre in suo favore sarebbe Joana Sanz che, dinanzi alla Corte, confermerà come, in seguito alle telefonate ricevute dall'ex mentre era in auto quella notte, ebbe la percezione che fosse ubriaco.
Le ragioni di un piano difensivo del genere sono chiare. Il ricorso alle attenuanti è implicitamente un'ammissione di colpa ma con l'obiettivo di limitare al massimo i danni. Non c'è altra strada una volta fallito ogni tentativo di conciliazione extra-giudiziale con la donna che ha sempre rifiutato ogni forma di risarcimento perché desiderosa solo di "ricevere giustizia" per quanto aveva subito.
Non c'è altra opportunità né versione dei fatti a cui aggrapparsi disperatamente come a un salvagente per evitare di affondare, incappando in un verdetto pesantissimo. E per danni s'intendono gli anni di pena che potrebbero essere inflitti a Dani Alves: da un lato ci sono le richieste della Procura (9 anni di reclusione), dall'altro quelle molto più severe della pubblica accusa (12 anni).