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Dani Alves a processo per stupro: il tribunale chiude le indagini, rischia fino a 10 anni di carcere

Inchiesta chiusa, il tribunale ritiene vi siano numerosi indizi a carico del brasiliano. A breve sarà fissata la data del processo. Confermata la custodia cautelare in carcere, è detenuto dallo scorso 20 gennaio. In caso di condanna dovrà pagare un risarcimento di 150 mila euro alla vittima.
A cura di Maurizio De Santis
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Dani Alves dovrà difendersi in tribunale dall'accusa di stupro.
Dani Alves dovrà difendersi in tribunale dall'accusa di stupro.
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Il giudice del Tribunale istruttorio numero 15 di Barcellona ha deciso dopo aver chiuso le indagini: Dani Alves andrà a processo per stupro e, in caso di condanna, oltre a rischiare una pena durissima (fino a 10 anni di carcere) dovrà pagare anche un risarcimento quantificato in 150 mila euro alla donna di 23 anni che lo ha denunciato per l'aggressione sessuale subita all'alba del 30 dicembre 2022 nella discoteca Sutton della metropoli catalana.

Nell'ordinanza viene ratificata anche la custodia cautelare in prigione del calciatore, che è detenuto dal 20 gennaio scorso e ha visto respingere in due occasioni la richiesta da parte dei legali di rilascio provvisorio su cauzione. Un'istanza rigettata tenendo conto del rischio di fuga in Brasile, paese che non ha un trattato di estradizione con la Spagna.

Il difensore brasiliano è stato convocato per mercoledì prossimo a mezzogiorno per rendere una dichiarazione istruttoria prima della conclusione del giudizio sommario che sarà sottoposto al Tribunale di Barcellona per fissare la data del processo che, con ogni probabilità (ne dà notizia il quotidiano spagnolo El Mundo), verrà celebrato entro la fine di quest'anno oppure all'inizio del prossimo.

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Contestualmente il giudice chiederà alla procura e all'accusa privata che rappresenta la vittima a presentare le richieste di condanna nei confronti dell'ex terzino del Barça. Nella stessa udienza i legali di Dani Alves ribadiranno la memoria difensiva asserita finora: ovvero, chiedere l'assoluzione dell'assistito sostenendo che il rapporto è stato consenziente e non c'è stata alcuna forma di violenza.

Nel corso del procedimento il calciatore esporrà ancora una volta la propria versione dei fatti rispetto a quanto accaduto il 30 dicembre scorso nel locale catalano: confermerà quanto dichiarato nell'ultima deposizione, una spiegazione che non convinse il giudice anche alla luce di tre differenti narrazioni dell'episodio fatte dallo stesso Dani Alves, passato dall'affermare di non conoscere affatto la donna che lo accusava ingiustamente ad ammettere che un rapporto c'era stato ma consensuale.

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L'incongruenza delle versioni del giocatore ha dato forza ulteriore a quella della vittima, il cui racconto è stato suffragato anche da una serie di riscontri forensi e altro materiale probatorio che sarà parte del procedimento. La conclusione delle indagini da parte del Tribunale istruttorio numero 15 è avvenuta dopo un test psicologico a cui la vittima è stata sottoposta presso l’Unità di Psicologia dell’Istituto di medicina legale e scienze forensi della Catalogna. Un esame che avrebbe sottolineato come la donna potrebbe soffrire di effetti gravi per lo stress e il disturbo post-traumatico per il quale, oltre a chiedere il congedo per malattia, assumerebbe farmaci.

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