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Dal ritiro con l’Uruguay, Suarez si sfoga: “Ho pianto per come mi ha trattato il Barcellona”

Luis Suarez è tornato a parlare del suo turbolento addio al Barcellona mentre è in ritiro con l’Uruguay: “Non mi è piaciuta la forma e i modi. Ho pianto per come mi hanno trattato, mi hanno cacciato. Quando vieni messo da parte in questo modo fa male. Ma oggi sono sereno, con l’Atletico e in Nazionale”
A cura di Alessio Pediglieri
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"Ho pianto perché mi hanno cacciato". così Luis Suarez dal ritiro del suo Uruguay ritorna sulla vicenda Barcellona. Una ferita aperta per il ‘pistolero' che mai ha digerito pienamente il feroce addio preparatogli dal club sulla scia delle decisioni di Ronald Koeman, il tecnico autore dell'epurazione. Una chiusura totale e repentina, dopo sei stagioni di condivisione assoluta tra alti e bassi, sconfitte e successi. Modi e tempi non sono piaciuto a Suarez che oggi veste i colori dell'Atletico ma rivive gli ultimi momenti in Catalogna dall'altra parte dell'Oceano dove è impegnato con la Nazionale.

Il sorriso c'è, perché è iniziata una nuova avventura professionale. Con l'Atletico Madrid e con la nazionale dell‘Uruguay. Col club punterà a giocarsi il titolo impensierendo Real e Barça, con la selezione a puntare dritto ai prossimi mondiali. Un primo passo è stato già compiuto: l'Uruguay ha iniziato il suo cammino nelle qualificazioni sudamericane battendo 2-1 il Cile e Luis Suarez, ha segnato su rigore la rete dell'1-0. Felicità, orgoglio, dimostrazione di poter essere ancora decisivo quando le partite contano.

Ma c'0è anche tristezza negli occhi e nelle parole del Pistolero che non ha ancora metabolizzato quanto avvenuto nelle ultime settimane, con l'addio frettoloso del Barcellona che lo ha messo alla porta come l'ultimo dei giocatori, per fare spazio al nuovo progetto sotto l'egida di Koeman: "Ho pianto per quello che ho vissuto, non mi sono piaciuti i messaggi del club che mi chiedevano di trovare una soluzione per lasciare Barcellona. Non credo di meritarmelo. 

Il pensiero di Suarez è rivolto ai modi che il club ha adottato, e che non si aspettava, non sulle scelte – insidacabili a livello tecnico: "Sono arrabbiato per la forma, non per altro, perché bisogna accettare che un ciclo può chiudersi, ma quando ti vai ad allenare e ti dicono di metterti da parte quando è il momento di giocare la partita, non è bello. Ora però sono sereno, co cambiato club, c'è una nuova avventura"

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