Da Vialli agli arabi, chi può acquistare la Sampdoria dopo l’arresto di Ferrero
L'arresto di Massimo Ferrero per l'accusa di bancarotta fraudolenta indicata nell'ordinanza della Procura di Paola si è abbattuta come un ciclone sulla Sampdoria. La vicenda giudiziaria che ha investito il massimo dirigente non tocca (al momento) il club ligure che, rispetto alle quattro società finite sotto inchiesta (la Ellemme Group, la Blu Cinematografica, la Blu Line e la Maestrale srl) rappresenta la parte "sana" del gruppo e degli interessi finanziari dell'ex numero uno. "Si tratta di fallimenti vecchi, la Samp non c'entra nulla", le parole dell'avvocato di Ferrero sul delicato momento del sodalizio e dell'ex presidente ("non si tratta una persona così").
I rischi, però, sono reali, concreti per una sorta di effetto domino che in gergo viene definito cross default: ovvero, essere risucchiata nel gorgo assieme alle altre aziende qualora "er viperetta" non riuscisse a trovare abbastanza soldi per coprire pendenze economiche, debiti coi fornitori e altre esposizioni che hanno spinto i magistrati calabresi ad aprire il dossier su Ferrero. E quanto emerge dalle intercettazioni alimenta preoccupazione per il futuro.
Cosa succede adesso? Il presidente ha rassegnato le dimissioni dall'incarico, la gestione ordinaria è nelle mani di un solo uomo: il direttore operativo Alberto Bosco nell'attesa che sia convocato un consiglio di amministrazione straordinario considerata la gravita della situazione e delle contestazioni sollevate nei confronti dell'ex presidente. Nella bufera c'è una certezza, come restare aggrappati a un salvagente in mezzo ai marosi: i bilanci della Samp fanno registrare un segno positivo, utile che deriva dall'utilizzo redditizio del player trading, quelle plusvalenze che hanno garantito equilibrio e, al tempo stesso, hanno lasciato una porta aperta a eventuali, nuovi acquirenti.
Un'ombra sulla possibile cessione. L'inchiesta mette fine all'era Ferrero che alla guida della Samp era arrivato nel 2014, rilevando i doriani a costo zero da Edoardo Garrone, patron di Erg. La vendita non sarà così agevole considerata la posizione dell'ex presidente e i suoi guai giudiziari: in corso – come spiegato da Milano Finanza – ci sono le procedure di concordato delle sue due società Eleven Finance e Farvem. Una spada di Damocle che pende sul potere negoziale in una transazione con soggetti interessati ad acquistare il club.
Tre ipotetici acquirenti. La prima pista, quella che suscita anche maggiore entusiasmo per questioni di affetto e di amarcord calcistico, conduce a Gianluca Vialli. L'ex attaccante della Samp e della Nazionale, oggi stretto collaboratore di Roberto Mancini in Azzurro, provò a rilevare la società nel 2019 forte dell'appoggio di James Dinan: l'uomo d'affari americano a capo del fondo d'investimento York Capital ha un patrimonio di 1.9 miliardi di dollari. Ma l'operazione non andò oltre una lettera d'intenti firmata. Due ancora le strade da percorrere, sia pure per adesso meno plausibili: l'una tira in ballo un Fondo d'investimento del Qatar, l'altra è legata a una cordata italiana che avrebbe come punto di riferimento un altro ex calciatore: Billy Costacurta, oggi opinionista Sky. Su tutti c'è il grande punto interrogativo della vicenda giudiziaria che ha travolto l'ex presidente.