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Da uomo ai margini a perno della difesa, come Amir Rrahmani ha riconquistato il Napoli

Amir Rrahmani è diventato un punto fermo della retroguardia del Napoli: un anno fa era un oggetto misterioso, ora è uno dei punti fissi della squadra di Spalletti.
A cura di Vito Lamorte
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Il Napoli vuole giocarsi le sue chance, e non mollerà di un centimetro fino alla fine. Il messaggio da San Siro è arrivato forte e chiaro. La squadra azzurra nonostante le tante assenze è riuscita a espugnare il campo del Milan e a rilanciarsi in campionato dopo due sconfitte consecutive che avevano fatto tremare un po' le basi del nuovo progetto partenopeo. I ragazzi di Spalletti hanno giocato una gara perfetta dal punto di vista tattico e della concentrazione e uno dei migliori in campo, anche al Meazza, è stato Amir Rrahmani. Il difensore kosovaro è diventato un punto fermo della retroguardia partenopea e anche senza Koulibaly al suo fianco le prestazioni non cambiano: l'ex calciatore del Verona ha iniziato un percorso con il club campano dopo che il primo anno è stato utilizzato in maniera molto saltuaria prima di conquistarsi qualche chance nel finale di stagione. Adesso non è più così, ora Amir è uno dei punti fissi dello scheletro della squadra di Luciano da Certaldo.

Dalla quarta giornata di campionato questo ragazzone classe 1994 ha saltato solo una partita e ha sempre giocato dall'inizio, con prestazioni di alto livello sia dal punto di vista tecnico che della mentalità: sia nello schieramento a tre che a quattro Rrahmani ha sempre dato sicurezza al reparto e le sbavature sono state pressoché minime in questa prima parte di stagione. Puntuale nelle copertura e sempre pronto a far partire l'azione ‘dal basso', oltre a farsi notare in area avversaria grazie al suo stacco di testa. Amir si è ritagliato un ruolo da protagonista e ha riconquistato il Napoli e Napoli.

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“Cosa è cambiato con Spalletti? Che gioco di più". Questa la sua risposta nella conferenza stampa prima della gara contro il Leicester. Banale? può darsi, ma in fondo non è così scontata. I calciatori hanno bisogno di sentire la fiducia del proprio allenatore e di essere coinvolti nel progetto di squadra che hanno in mente: probabilmente con Gennaro Gattuso questo non è accaduto mentre quest'anno sì. E quello che è accaduto è sotto gli occhi di tutti: 20 presenze e due gol in 1.598 minuti giocati. 

Rrahmani non è mai banale, non è sciatto, ma riesce ad essere essenziale in ogni giocata: una bella scoperta per una piazza che l'anno scorso di questi tempi si domandava che fine avesse fatto quel difensore preso dall'Hellas che prometteva così bene ma non aveva mai visto in campo. Adesso c'è un nuovo sceriffo a Napoli e le chiavi della difesa che Spalletti gli ha affidato sembrano in buone mani.

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