Da Roma-Catania 7-0 e quel gesto di Spalletti nulla è più stato come prima
Roma e Catania non si affrontano da qualche stagione. Ma le ultime partite tra i giallorossi e i rosso-azzurri non sono state banali e sono state sentitissime, come accade solo ai derby. Perché è successo questo? Molto semplice. Il 19 novembre del 2006 la Roma di Spalletti batté 7-0 il Catania all'Olimpico e da quel momento i rapporti tra le due società, le due tifoserie si sono rotti. E un gesto del tecnico toscano ha alimentato le polemiche, con i dirigenti siciliani dell'epoca Pulvirenti e Lo Monaco che si legarono al dito quel gesto e quel pesantissimo ko.
Quando la Roma batté il Catania 7-0
All'Olimpico la Roma di Spalletti gioca una partita perfetta, è davvero magica, fa divertire i suoi tifosi e si abbatte sul Catania che, in dieci dopo appena un quarto d'ora, al 70′ è sotto di 7 gol. Doppiette di Panucci e Perrotta, gol di Mancini, Montella e Totti. Finisce 7-0. Un passivo pesantissimo per la squadra siciliana, che poi otterrà senza troppi problemi la salvezza. Un risultato che in Italia, quando capita, generalmente, provoca tensioni. Perché mentre in altri paesi si accettano le sconfitte da noi c'è chi invece se la prende tanto per un risultato così roboante.
Hanno infierito su un uomo morto
L'a.d. del Catania dell'epoca Pietro Lo Monaco dopo la partita è durissimo: “Hanno infierito su un uomo morto. Vorrà dire che avremo lo stesso atteggiamento nella gara di ritorno a Catania". I siciliani pensano alla ‘vendetta‘ che non arriva, però, a stretto giro ma nell'ultima giornata del campionato seguente il 2007-2008, la Roma ha ancora la chance di vincere lo scudetto, ha un punto in meno dell'Inter, e gioca in casa del Catania, che si gioca invece la salvezza. Accade di tutto, la partita, in un clima ostile, finisce 1-1. L'Inter è campione d'Italia, la Roma è seconda, il Catania è salvo.
L'aneddoto di Totti
Oltre al 7-0 al Catania avrebbe fatto male un gesto di Luciano Spalletti. Nella sua autobiografia Francesco Totti ha raccontato di una scena accaduta al termine di quell'incontro. Vide Spalletti attendere nel tunnel degli spogliatoi i calciatori del Catania, a tutti loro strinse la mano. Ma secondo il ‘Capitano' quel gesto non era propriamente sincero e da lì iniziarono a volare parole grosse:
Uno dei successi più rotondi di questi anni: 7-0 al Catania. Un massacro spiegabile anche con la loro difficoltà a leggere i miei movimenti al centro dell’attacco. In questa situazione Spalletti a fine gara ha la bella idea di fermarsi sulle scalette degli spogliatoi per stringere la mano ad ogni giocatore del Catania. Non so quali siano le sue reali intenzioni, ma di certo quelli la prendono malissimo, pensando ad una presa in giro. Qualche minuto dopo vedo Pulvirenti e Lo Monaco risalire il corridoio furenti come belve. E siccome se c’è una cosa che Spalletti ama fare è litigare (credo si diverta da pazzi) solo o in tandem con il suo collaboratore Daniele Baldini , le parole che volano – per fortuna solo quelle – non sono da portare nelle scuole. Sciacquati la bocca è quella più citata da entrambe le coppie.
Spalletti fece infuriare il Catania
Spalletti si difenderà nei giorni successivi dicendo che lui saluta sempre tutti gli avversari a fine partita, indipendentemente dal risultato. Ma né l'a.d. Lo Monaco: "Spalletti poteva risparmiarsi le scuse" né Pulvirenti la presero bene. Il presidente diede dell'ipocrita al tecnico: "Il comportamento di Spalletti è ipocrita. Durante la partita spingeva giustamente i suoi ad attaccare, poi nel secondo tempo li ha mandati in campo motivati. Nel calcio ci sono regole non scritte che dovrebbero essere rispettate, come in guerra. Mi sembra che Spalletti stia vivendo in una dimensione da semidio. Quando tornerà sulla terra, si renderà conto".