Da Pastore a Messi: come il PSG è diventata la colonia argentina del calcio europeo
Nel centro della capitale francese risuonano i battiti del cuore argentino di Carlos Muguruza. Fondatore del ristorante Volver e tifosissimo del Boca Juniors, il bonaerense è stato il principale responsabile della creazione di un luogo dove i calciatori argentini che risiedono a Parigi si sentono come a casa. E il tutto iniziò dieci anni fa con il passaggio di Javier Pastore al PSG…
Era il 2010 quando Carlos Muguruza, argentino purosangue, apriva il ristorante Volver nel centro di Parigi. Un anno dopo, subito dopo l'insediamento del presidente Nasser Al-Khelaifi, sostenuto da un ingente fondo di inversione del Qatar, la società della capitale francese dava via a una nuova era fatta di acquisti onerosi e con futuro. Il primo di tutti fu proprio un argentino, quel Javier Pastore ingaggiato per 42 milioni di euro dal Palermo. L'arrivo del fantasista sudamericano fu il primo tassello della composizione di una colonia argentina che oggi ha trovato il pezzo del puzzle più luccicante ossia Lionel Messi.
Pastore, Lavezzi e Diego Lugano
Quella degli argentini per la carne è una passione assoluta. Non sorprende, dunque, se è stato proprio al Volver che si è venuta a creare, e in modo totalmente naturale, una congrega di calciatori argentini e uruguaiani che, uniti da una cultura molto simile, si sono sentiti a casa nonostante gli oltre 10.000 km di distanza. Pastore e l'uruguaiano Diego Lugano hanno battezzato il ristorante sito proprio nel quartiere di Saint Germain des prés a luogo di ritrovo in seguito a partite o eventi importanti. Solitamente frequentato dalla borghesia locale composta da francesi e sudamericani immigrati nella città delle luci, questo ristorante viene spesso chiuso al pubblico per gli incontri privati dei giocatori del PSG, e non solamente dei sudamericani. Lo stesso Muguruza ricorda come in alcuni casi persino Zlatan Ibrahimovic e David Beckham avessero raccolto l'invito di Ezequiel Lavezzi, il più scatenato di tutti, riempiendo le zone circostanti di fotografi che speravano di ottenere qualche scatto di valore.
Di Maria e Paredes attendono Messi
"Quando il PSG vinse il campionato 2012-13 con Carlo Ancelotti in panchina, l'allenatore italiano viveva nei paraggi. La sera della festa scudetto erano quasi tutti qui, tranne lui. Zlatan lo chiamò di notte al cellulare per convincerlo ad aggiungersi alla festa, ma Carlo declinò gentilmente, eppure quella sera fui felice perché notai come nel mio ristorante tutta la squadra avesse raggiunto un'armonia assoluta, e non parlo solo dei sudamericani", dice a Fanpage.it Muguruza che aggiunge: "Messi è il miglior regalo che potevano farmi per il compleanno". Il suo desiderio più grande è quello di poter chiudere il ristorante al pubblico quanto prima per poter accogliere la vecchia e la nuova guardia dei suoi connazionali che militano al PSG. Con la possibile intrusione di Neymar, l'unico brasiliano accettato nel gruppo per sintonia con Messi, questo scenario potrebbe concretizzarsi già questa settimana. Leandro Paredes e Angel Di Maria, compagni di nazionale, saranno i principali anfitrioni di Messi nello spogliatoio e nell'ambiente per lui tutto nuovo del PSG.
Certo, la colonia argentina attuale di stanza a Parigi non sarà dello stesso calibro di quella che a metà del secolo scorso vedeva come principali rappresentati gli aulici scrittori Jorge Luis Borges e Julio Cortazar. Tuttavia, il legame tra Parigi e il paese sudamericano è oggi più solido che mai dopo l'arrivo di quello che, con permesso degli storici letterati, risulta essere il cittadino argentino più illustre che abbia vissuto sotto la torre Eiffel.