Da Gabigol e Pioli a Conte e Lukaku: così l’Inter è diventata squadra da Scudetto in 5 anni
L'Inter è tornata a vincere lo Scudetto undici anni dopo l'ultima volta. Il percorso che ha portato il club nerazzurro al vertice del campionato italiano è stato lungo e complesso e ha vissuto un impulso decisivo a partire dalla disastrosa annata 2016-17. La società meneghina ha avuto un cambio di marcia soprattutto negli ultimi quattro anni, quando prima con Luciano Spalletti e poi con Antonio Conte è riuscita a tornare in Champions League e a essere competitiva in Serie A. Passando da De Boer a Gabigol al trionfo con Conte e Lukaku nel ruolo di trascinatori e protagonisti principali.
La disastrosa stagione 2016-17: il 7° posto e i tre allenatori
Quella stagione fu la prima a seguito del cambio di proprietà, che aveva portato il gruppo Suning ad avere le quote di maggioranza del club. Il presidente, però, era ancora l'indonesiano Erick Thohir, mentre in panchina, a seguito delle dimissioni di Roberto Mancini, era stato scelto l'olandese Franck De Boer. Sul mercato, l'estate 2016 sarà ricordata dai tifosi interisti per gli acquisti di Joao Mario e Gabigol, rivelatosi poi meteore. Il primo aveva fatto molto bene nell'Europeo di Francia vinto con la nazionale portoghese, mentre il secondo era visto come uno dei prospetti più importanti del calcio brasiliano. Oltre a loro, il direttore sportivo Piero Ausilio era riuscito a completare anche gli acquisti di Banega e Candreva e l'Inter si presentava ai nastri di partenza del campionato come una squadra pronta a sorprendere.
I nerazzurri avevano il loro faro nel capitano Mauro Icardi e De Boer poteva contare su cinque giocatori che avrebbero poi vinto lo Scudetto con Conte quest'anno: Handanovic, D'Ambrosio, Brozovic, Perisic e, da gennaio, anche Gagliardini. In rosa, però, l'olandese aveva anche elementi rivelatisi inadeguati, nonostante i tifosi nerazzurri riponessero su di loro grandi aspettative. Calciatori come Felipe Melo, Kondogbia, Jovetic e Medel rivestivano ancora un ruolo importante in quell'Inter. De Boer non riuscì a trovare la quadra giusta per far rendere i nerazzurri, che lo esonerarono dopo aver conseguito appena 14 punti in 11 giornate. La squadra fu affidata prima all'allenatore della primavera Vecchi e poi a Stefano Pioli, che non riuscì a evitare l'eliminazione in un girone di Europa League tutt'altro che impossibile, in cui l'Inter passò alla storia per le sconfitte contro gli israeliani dell'Hapoel Be'er Sheva. Nemmeno l'attuale tecnico del Milan riuscì a risollevare le sorti di quella stagione malaugurata e venne esonerato a poche giornate dalla fine. Ancora Stefano Vecchi fu chiamato a portare a termine la stagione, che si concluse con l'Inter al settimo posto e fuori dalle coppe europee per la terza volta nelle ultime cinque stagioni.
L'arrivo di Spalletti e il ritorno in Champions nel 2017-18
L'estate successiva fu caratterizzata dall'avvento sulla panchina nerazzurra da parte di Luciano Spalletti, che molto bene aveva fatto sulla panchina della Roma. La società meneghina, che vide l'insediamento sempre più operativo della nuova proprietà, decise di lavorare attivamente in sede di calciomercato. Gli acquisti di Joao Cancelo, Skriniar, Bastoni (lasciato in prestito all'Atalanta) e Vecino aumentano la forza della rosa interista, che decide anche di liberarsi di alcuni "rami secchi", come Banega, Kondogbia, Medel, Felipe Melo, Gabigol e Jovetic, i quali avevano deluso nella stagione precedente. È durante quest'anno che si gettano le basi per la rinascita nerazzurra, che culminerà con lo Scudetto targato Conte. A differenza della squadra dell'ex allenatore della Juventus, nella formazione di Spalletti hanno un peso essenziale sia Icardi che Perisic, veri fautori del ritorno in Champions League dei milanesi. Dopo una stagione con alti e bassi, infatti, l'Inter arriva a giocarsi la qualificazione in uno spareggio vero e proprio, all'ultima giornata in casa della Lazio. Il gol di Vecino ribalta il vantaggio laziale e consegna al popolo nerazzurro la possibilità di tornare in Champions dopo sette anni di assenza.
La stagione 2018-19: capolinea per Icardi e Spalletti
Seppur tra qualche perplessità da parte dei sostenitori interisti, vogliosi di tornare rapidamente a vincere, Luciano Spalletti viene confermato alla guida della panchina nerazzurra anche nella stagione successiva, che vede l'avvicendamento nella presidenza del club. Thohir, infatti, lascia il posto al ventiseienne Steven Zhang, il più giovane presidente della storia dell'Inter. Tassello fondamentale in vista della costruzione di una squadra che potrà lottare realmente per il vertice è l'ingresso in società di Beppe Marotta. L'ex dirigente della Juventus prende il posto di Walter Sabatini durante il corso della stagione e sarà fondamentale nel processo di crescita del club. I nerazzurri scelgono di non riscattare né Joao Cancelo né Rafinha, arrivato nel gennaio precedente e importante nella seconda parte della stagione nerazzurra, ma acquistano altri due giocatori, che si riveleranno protagonisti nell'anno dello Scudetto. De Vrij e Lautaro Martinez, oltre ad Asamoah, Nainggolan, Keita Baldé e Politano, parteciperanno attivamente alla riconquista, per il secondo anno consecutivo, della Champions League.
Nella stagione del ritorno nella massima competizione europea, invece, le cose non vanno bene: l'Inter arriva terza in un girone difficile con Barcellona, Tottenham e PSV e viene relegata in Europa League, torneo che abbandona agli ottavi. La stagione 2018-19 è centrale nella costruzione della squadra che conquisterà il campionato italiano due anni dopo soprattutto per un motivo: lo scoppio della questione Icardi. Il centravanti argentino non riesce a rinnovare con l'Inter e la moglie-agente Wanda Nara si lascia andare a commenti sulla vicenda, finché la società nerazzurra decide di togliere la fascia di capitano al suo numero 9, in favore di Handanovic. Icardi sceglie di non partire con la squadra per la trasferta di Vienna e resta lontano dal campo per quasi due mesi. Torna in campo nel finale di stagione, ma il suo rapporto con i meneghini è ormai al capolinea.
L'inizio dell'era Conte nel 2019-20
Il suo addio a Milano si concretizza nell'estate successiva. Con una mossa che infiamma le polemiche tra i tifosi nerazzurri e quelli bianconeri, l'Inter esonera Luciano Spalletti per accogliere in panchina Antonio Conte, tecnico vincitore di tre scudetti sulla panchina della Juventus. L'ex allenatore della Nazionale sa che vincere al primo anno sulla panchina di una squadra che non ci riesce da dieci anni è complicato, per questo abbassa le aspettative mentre plasma la squadra che centrerà l'obiettivo l'anno successivo. Innanzitutto, Conte pretende le cessioni dei tre calciatori offensivi più importanti a sua disposizione: Icardi, Perisic e Nainggolan. Il tecnico leccese non li prende in considerazione già a partire dalle amichevoli estive e la società è costretta a cedere tutti e tre i calciatori in prestito, pur di accontentare l'allenatore.
Contestualmente, dopo una lunga trattativa, l'Inter riesce ad acquistare il centravanti richiesto da Conte: Romelu Lukaku, il quale avrà un ruolo fondamentale nella conquista dello Scudetto 2020/21. Oltre a lui, il tandem Ausilio-Marotta completa gli ingaggi di Barella, Sensi e Sanchez, ancora oggi all'interno della rosa nerazzurra. Biraghi, Lazaro e soprattutto Godin non hanno, invece, l'impatto che il tecnico si aspettava potessero avere. Complice una stagione al di sotto del livello delle precedenti da parte della Juventus, l'Inter ha la possibilità di coltivare qualche sogno Scudetto. A gennaio la società asseconda ancora l'allenatore, acquistando Young, Moses e soprattutto Eriksen, sul cui ruolo nell'Inter si farà un gran parlare. Prima dell'interruzione del campionato a causa della pandemia da Covid-19, però, i nerazzurri sono lontani sia dalla Juventus che dalla Lazio, prima inseguitrice. Al rientro in campo, tre mesi dopo l'ultima volta, i meneghini riavvicinano i bianconeri, che riescono comunque a portare a casa il campionato. Per Conte non sarà l'unica delusione della stagione. Dopo essere uscito ai gironi di Champions League, infatti, riesce ad arrivare in finale di Europa League, perdendo, però, la partita decisiva contro il Siviglia.
Lo Scudetto della stagione 2020-21
Il tecnico nerazzurro capisce che la squadra è maturata e che l'anno successivo potrebbe essere quello buono per tornare a vincere. Nonostante le sue parole siano sempre atte ad abbassare le aspettative sulla squadra, l'Inter cresce fin quando non riesce a superare i cugini milanisti e a portarsi in testa alla classifica. Conte e i suoi riescono a superare l'ennesima eliminazione dalla Champions e le continue polemiche per il mancato impiego in campo di Eriksen, senza il quale l'Inter è accusata di non giocare bene. L'ex tecnico del Chelsea, però, tira dritto per la sua strada. I nerazzurri segnano valanghe di gol grazie alla coppia formata da Lautaro Martinez e Lukaku, trovando al contempo anche la quadra difensiva con il terzetto Skriniar-De Vrij-Bastoni. L'innesto di Hakimi, la crescita di Barella e la ritrovata importanza di Eriksen nella seconda parte di stagione fanno il resto. Antonio Conte riesce a ottenere il massimo da tutti, compresi giocatori come Darmian e Perisic, che l'allenatore sceglie di riprendere in squadra un anno dopo aver fatto di tutto per mandarlo via. L'Inter torna a vincere lo Scudetto undici anni dopo l'ultima volta grazie a una crescita costante negli anni, che l'ha portata dal settimo posto di cinque anni fa alla vetta conquistata in questa stagione.