Da Cristiano Ronaldo a Paredes, la Champions rilancia l’importanza di saper stare in barriera
Nella fase finale della Champions League a fare la differenza sono i dettagli. E quest'edizione della competizione per club più prestigiosa d'Europa ha dimostrato che anche saper stare o meno in barriera può essere un dettaglio che a questi livelli può davvero decidere un match e una qualificazione. Lo aveva saggiato sulla propria pelle la Juventus che negli ottavi contro il Porto aveva pagato a caro prezzo l'errore in barriera di Cristiano Ronaldo. Lo ha sperimentato questa sera il Paris Saint-Germain che si è visto rimontare al Parco dei Principi nel match d'andata della semifinale contro il Manchester City dal gol di Mahrez arrivato su calcio di punizione e favorito dal buco in barriera creato da Leandro Paredes e Kimpembe.
Il tiro dell'algerino non è un granché (a metà altezza in direzione della barriera) ma l'argentino ex Roma si stacca da Kimpembe che a sua volta si gira di fianco creando di fatto un varco che consente al pallone di passare e andarsi ad infilare a fil di palo trafiggendo un sorpreso Kaylor Navas.
Un errore che non solo ha permesso al Manchester City di ribaltare un match nel quale è stato in grande difficoltà per tutti i primi quarantacinque minuti di gioco portandosi sul 2-1 in trasferta, ma ha soprattutto complicato la situazione del club transalpino in vista della gara di ritorno in programma all'Ethiad Stadium martedì prossimo e dunque ridotto le chance della formazione di Pochettino di staccare il pass per la seconda finale consecutiva di Champions League. Ancora una volta dunque a far pendere la bilancia della qualificazione da una parte o dall'altra potrebbe essere un comportamento errato in barriera: un dettaglio che a questi livelli non può essere trascurato.