Cuore Lazio in Champions, il pareggio strappato allo Zenit (1-1) vale una vittoria
Un pareggio per 1-1 che vale come una vittoria dopo il brivido della rete annullata per fuorigioco ai russi. Lo strappa la Lazio nella trasferta di San Pietroburgo grazie a un guizzo nel finale con Caicedo. Un risultato meritato perché cercato, perché in campo lo Zenit – forte del vantaggio – fa davvero ben poco per legittimare il successo, perché al netto delle assenze pesanti la squadra capitolina resta di una spanna (e oltre) superiore a un avversario incapace di sfruttare le debolezze dei biancocelesti. Quota 5 in classifica, la squadra di Inzaghi alza un po' l'asticella, fa un altro passo verso la qualificazione agli ottavi di finale e serra i ranghi.
Unica nota stonata della serata, il gol del momentaneo vantaggio dello Zenit: il demerito è averlo incassato in maniera abbastanza beffarda. Zhirkov crossa dalla sinistra. La palla carambola sulla spalla di Dzyuba e arriva a Erokhin che a due passi dalla porta non può sbagliare. La fotografia del match di Champions almeno nella prima frazione è tutta qui: la squadra di San Pietroburgo – ultima in classifica nel girone – ha bisogno di una vittoria per restare in corsa qualificazione ed evitare la retrocessione in Europa League. Crede di poterla ottenere con il minimo sforzo (1-0) e senza mai dare l'impressione di essere in grado di alzare il ritmo del gioco o creare particolari grattacapi alla formazione di Inzaghi.
La cosa più esaltante? Sono il tifo incessante del pubblico, effetto sonoro reale al quale in Italia (come in altri Paesi d'Europa) non siamo più abituati, e la bella coreografia allestita dai tifosi del settore più caldo.
La Lazio fa quel che può e le basta. Anzi, avrebbe meritato miglior sorte se la volée di mancino battuta da Milinkovic-Savic fosse andata a bersaglio. Ci mette coraggio, determinazione ma non bastano. Le serve un guizzo, le manca quella pericolosità e quella profondità che con Ciro Immobile riesce ad avere in attacco. Inzaghi prova a rimediare all'assenza del bomber schierando Akpa Akpro a sinistra, con Marusic a destra, entrambi in posizione di esterni alti. Correa gioca in appoggio a Muriqi con Milinkovic e Parolo in mezzo al campo.
La strategia funziona in parte ma è con i cambi nella ripresa che i capitolini prenderanno il comando delle operazioni. Dentro Caicedo per l'ex Fenerbahçe e Pereira per Fares. Cataldi va a dare il cambio a Parolo nel cuore della mediana. Le mosse si rivelano indovinate: la Lazio alza il baricentro, macina gioco, reclama per una trattenuta su Marusic e aumenta la pressione soprattutto nell'ultimo quarto d'ora del match. Correa mette i brividi al portiere, Kerzhakov, con un bel tiro di sinistro. Caicedo ci prova di testa in tuffo e fa le prove generali del pareggio: deviazione perfetta su assist dalla sinistra di Acerbi. Brivido lungo la schiena in pieno recupero: Milinkovic-Savic sbaglia un disimpegno e innesca Mostovoy che batte Reina. Dzyuba, che aveva servito Mostovoy, è in off-side. Il pareggio è salvo.