Cuore, gioco e orgoglio: la Cremonese strappa un pari bellissimo all’Atalanta
Indomita. Coraggiosa. La Cremonese di Alvini strappa applausi e un punto all'Atalanta. Segna Demiral. Nemmeno il tempo di godersi l'euforia per una rete che vale il ritorno in vetta, al primato solitario, che arriva la prima gioia in Serie A di Valeri. L'anticipo all'ora di pranzo finisce 1-1 e lascia in testa la ‘dea' che fa da terzo incomodo tra Napoli e Milan.
Nel caleidoscopio di emozioni che hanno scandito la seconda parte della gara c'è anche il brivido lungo la schiena provocato dal Var: Koopmeiners urla per la gioia ma il suo entusiasmo è strozzato in gola dall'arbitro che annulla il vantaggio. La punizione dell'olandese è potente, precisa. Radu nemmeno la vede, tale è la traiettoria in parte nascosta dalla selva di gambe e calciatori che limitano la visuale. L'occhio magico delle telecamere invece no, filma e registra tutto trasmettendo in cabina di regia il dettaglio che Guida (arbitro al monitor) segnala come determinante al collega in campo, Colombo: c'è una deviazione di mano di Okoli, la rete non può essere convalidata.
L'uno-due accende il match nella fase finale, a margine di un incontro equilibrato, con la neo-promossa che ‘se la gioca' (come si dice in gergo) e dà tutto anche quando tutto sembra perso. Il derby giocato a Bergamo conferma la qualità del gioco dei grigiorossi e la certezza che in un campionato del genere le cosiddette ‘piccole' sono una mina vagante per tutti.
I padroni di casa sbloccano il risultato sugli sviluppi di un calcio di punizione calciato da Koopmeiners e deviato da Demiral di testa (con Toloi che sfiora di schiena). La reazione della Cremonese è immediata e coglie di sorpresa l'Atalanta. Trascorrono quattro minuti dall'1-0 della ‘dea', bastano per trovare un pari insperato per come s'erano messe le cose: Ascacibar calcia da fuori, Musso respinge malissimo, Valeri gonfia la rete e gli occhi di lacrime per la commozione del primo acuto in Serie A.
I numeri dell'incontro non dicono tutto ma offrono una fotografia di quel che è stato l'andamento del match: 6-4 in favore dell'Atalanta il conto dei tiri totali nello specchio; pari il conto delle grandi occasioni create (1-1); qualche brivido in più per la Cremonese con le 5 parate di Radu (rispetto alle 3 di Musso). Il possesso palla è quasi bulgaro (sfiora il 60%) ma nel solco del copione che la squadra di Alvini interpreta bene nel soffocare gli spazi agli avversari, limitarne la pericolosità al massimo per colpire appena possibile. Non è stato (solo) fare le barricate né cedere al pragmatismo estremo. Dietro il pareggio sudatissimo ci sono cuore, gioco e orgoglio.