Croazia furibonda per il finale amaro con l’Italia: “Siamo un paese piccolo, non ci rispettano”
Otto minuti di recupero maledetti, ingiusti, crudeli. Il commissario tecnico della Croazia, Dalic, parla in conferenza stampa e punta l'indice contro la decisione dell'arbitro olandese, Makkelie, di concedere tutto quel tempo extra. "Ha sicuramente influenzato il risultato. Non so come li abbia calcolati. Così fa male e farà male ancora nei giorni a venire", è il rammarico dell'allenatore. Le sue perplessità si accompagnano al conteggio che fa in mente. Lo ripete dentro di sé e non si capacita come il direttore di gara sia arrivato a quel cumulo.
Tre minuti, al massimo, è il computo per le sostituzioni considerando tutti gli slot. Poi ci sono stati check e review al Var in occasione del rigore concesso per il mani di Frattesi e il leggero infortunio muscolare di Stanisic che, in preda ai crampi, è rimaso sdraiato per un po'. Soccorso da compagni di squadra, lo hanno aiutato a fare un po' di stretching così da riprendersi.
È abbastanza da giustificare quella compensazione? No e viene tirato in ballo anche il parere di un ex direttore di gara croato, Mateu Beusan, che fa le pulci all'olandese: "Che qualcuno misuri bene il tempo… così ci spiegano a dove sono usciti quegli otto minuti".
No e ne è convinto, per questo motivo si fa strada il dubbio (lo esprime come una certezza) che la decisione sia stata presa perché il ‘peso politico' dell'Italia ha fatto la differenza nelle valutazioni di Makkelie. A manica larga, secondo i croati. Ritenute congrue a parte di chi nel calderone ha messo anche interruzioni vari e (presunto) atteggiamento ostruzionistico al momento delle rimesse laterali per lasciar scorrere il cronometro.
Noi siamo piccoli, siamo una piccola Federazione – ha ammesso Dalic – ma otto minuti di recupero non si posso vedere. Ho spesso parlato di come si comportano Uefa e Fifa ma nessuno mi ha ascoltato e sono sembrato ridicolo. Per loro siamo tutti piccoli. Quali falli, quali interruzioni ci sono state per arrivare a otto minuti?
All'ultimo assalto, al 98°, il tiro a giro di Zaccagni propiziato da un'incursione di Calafiori ha infranto il sogno dei balcanici. Ce l'avevano quasi fatta. Anzi, il gol segnato da Modric dopo aver sbagliato il calcio di rigore le aveva lasciato addosso la sensazione che, in un modo o nell'altro, difendendosi coi denti e a costo di caricarsi di cartellini gialli, avrebbe battuto l'Italia. E strappato la qualificazione agli ottavi.
Il capitano e calciatore del Real Madrid era sulla stessa lunghezza d'onda: "Non so dove l'arbitro abbia pescato quegli otto minuti di recupero", ha protestato il Pallone d'Oro 2018 che a fine match era andato a lamentarsi con il direttore di gara e i suoi collaboratori.
Non si può prendere un gol al 98° ma il calcio è così – ha aggiunto il ct – e io non voglio cercare alibi. Sia contro l'Albania sia contro l'Italia avevamo il destino nelle nostre mani. Abbiamo sbagliato, è vero, ma mi dispiace e mi fa male che nessuno ci rispetti.
Ultima riflessione dedicata al cambio di Modric, effettuato perché il campione aveva dato tutto e secondo Dalic servivano forze fresche. "Per tutti gli 80 minuti che è stato in campo Luka non si è risparmiato – ha concluso Dalic -. Ma era troppo stanco, il piano era che prendesse il suo posto un giocatore più fresco, che ci aiutasse nel possesso palla".