Cristiano Ronaldo positivo, violò protocollo Asl e bolla della Juve per volare in Portogallo
Protestò nello spogliatoio e violò la bolla per raggiungere la nazionale. Cristiano Ronaldo, che adesso si trova in quarantena in Portogallo per essere risultato positivo al coronavirus, è stato uno calciatori della Juventus che trasgredì il rigore di quel protocollo a cui fece riferimento il presidente, Andrea Agnelli, subito dopo la mancata partecipazione del Napoli alla partita di Torino. La vicenda è nota e, tra le polemiche, scandita anche dall'atteggiamento di alcuni giocatori bianconeri: interruppero l'isolamento fiduciario, scattato a causa del contagio di due dirigenti, per raggiungere le selezioni nazionali (Dybala, Bentancur, Cuadrado, Demiral oltre allo stesso CR7) oppure per fare ritorno a casa (Buffon) contravvenendo alle disposizioni dell'Asl.
Il campione lusitano era stato il primo ad abbandonare J Hotel di Torino subito dopo l'incontro di campionato con il Napoli. Spiegò in maniera molto decisa che riteneva ingiusti quella situazione e quel provvedimento alla dirigenza: ecco perché fece rientro alla propria abitazione e il giorno dopo partì per Lisbona. Al club non restò che comunicare alle autorità quanto accaduto, la Procura di Torino aprì un fascicolo nei suoi confronti (e anche dei compagni di squadra).
Cosa rischia CR7 per quell'atteggiamento d'insubordinazione alla legge? Una punizione che può fargli solo il solletico dal punto di vista personale mentre rappresenta un colpo all'immagine della Juventus. Con ogni probabilità gli verrà comminata una sanzione amministrativa per la violazione dell’articolo 650 del codice penale.
Chiunque non osserva un provvedimento legalmente dato dall'Autorità per ragione di giustizia o di sicurezza pubblica, o d'ordine pubblico o d'igiene – si legge nell'articolo di legge -, è punito, se il fatto non costituisce un più grave reato, con l'arresto fino a tre mesi o con l'ammenda fino a euro 206.