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Cristiano Ronaldo sta per essere licenziato dal Manchester United: ha ricevuto un avviso

Non c’è alcuna possibilità di mediazione tra le parti, la gravità delle affermazioni di CR7 è tale da spingere la società a intraprendere un percorso legale che ha un solo fine.
A cura di Maurizio De Santis
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Il Manchester United studia l strategia legale per citare Cristiano Ronaldo dopo l'intervista a Piers Morgan.
Il Manchester United studia l strategia legale per citare Cristiano Ronaldo dopo l'intervista a Piers Morgan.

Il Manchester United ha atteso che andasse in onda l'intervista integrale nella quale Cristiano Ronaldo sparava a zero contro il club e il tecnico, ten Hag. Ha lasciato che gli arrivassero addosso le accuse scagliate dal giocatore e poi ha reagito. Il comunicato che cita "una risposta appropriata" è un segnale altrettanto forte: la società non si lascia intimidire, affiderà ogni replica agli avvocati trascinando CR7 in tribinale.

A Old Trafford è già iniziata la damnatio memoriae del calciatore con la rimozione di tutto quanto graviti nella sua sfera. Attacco frontale, rottura definitiva: la misura della portata dello scontro è data dagli accenti che l'ex di Real Madrid e Juventus ha usato per svilire l'operato della dirigenza, darle la colpa della palude nella quale è finita la squadra che non è supportata da una adeguato piano di crescita progettuale, tacciarla di essere stata insensibile di fronte al dramma personale vissuto per la morte di uno dei gemelli e altre difficoltà famigliari.

"Da quando Sir Alex Ferguson se n'è andato non ho visto alcuna evoluzione nel club – le parole di CR7 -, il progresso è stato pari a zero. Niente è cambiato. Non solo la piscina, la jacuzzi… perfino la palestra. Si sono fermati e questa cosa mi ha sorpreso molto". 

Il difficile rapporto con il tecnico, ten Hag, è uno dei motivi dello scontro.
Il difficile rapporto con il tecnico, ten Hag, è uno dei motivi dello scontro.

È una delle obiezioni più forti oltre alla parola "tradimento" che utilizza quando parla di come si è sentito da quando è tornato ai Red Devils. Ce n'è per tutti compresi quei "due, tre ragazzi che non mi vogliono qui" (ridimensionando le voci sulla fronda all'interno dello spogliatoio contro di lui) e per il manager verso il quale non ha "rispetto perché lui non ne ha per me".

Adesso è in ritiro con il Portogallo per i Mondiali ma a gennaio, alla ripresa della Premier League, sarà altrove oppure fuori squadra, fuori da tutto. Perché gli è stato già detto di non farsi più vedere dalle parti di Carrington, avviso di chiari intenti. "Ci sono alcune cose nella gestione del club che non aiutano a raggiungere il livello più alto come Manchester City, Liverpool e anche adesso l'Arsenal". È stato come armare l'artiglieria e cannoneggiare contro tutti i ponti che lo univano ancora allo United: Ronaldo – e di rimando l'ambiente intorno a lui – ha fatto terra bruciata.

Non c'è alcuna possibilità di mediazione, la gravità delle affermazioni di CR7 è tale da spingere la società a intraprendere un percorso legale che ha un solo fine: licenziarlo senza corrispondergli la parte restante degli emolumenti che gli spetterebbero fino al termine del contratto (estate 2023), valutare (e quantificare) eventuali richieste di risarcimento per il danno immagine arrecato dal tesserato con quel monologo.

Tradimento e mancanza di rispetto, le obiezioni più forti di CR7 nei confronti dei Red Devils e dell'allenatore.
Tradimento e mancanza di rispetto, le obiezioni più forti di CR7 nei confronti dei Red Devils e dell'allenatore.

E non sono bruscolini. Conti alla mano, il cinque volte Pallone d'Oro percepisce 574 mila e rotti in euro (500 mila sterline) per un totale di ingaggio che sfiora i 30 milioni. Fino alla scadenza naturale dell'accordo ne dovrebbe intascare altri 18 milioni e rotti ma il Manchester non ha alcuna intenzione di versargli un centesimo. Sarebbe come legittimare quello che la società ha definito un atto di slealtà, una violazione palese delle norme contrattuali.

La prossima azione nei confronti di Cristiano Ronaldo sarà molto più dura rispetto a quella disciplinare che gli era costata l'esclusione temporanea dalla rosa per essersi rifiutato di entrare in campo a pochi minuti dal termine della gara col Tottenham.

In una riunione tenuta nei giorni scorsi con i vertici della dirigenza ten Hag ha chiesto ufficialmente ai capi del club, tra cui il co-presidente Joel Glazer, l'amministratore delegato Richard Arnold e il direttore del calcio John Murtough, la testa di CR7. Non vuole che torni. Non è il benvenuto. La palla passa agli avvocati.

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