Cristiano Ronaldo nel gol su calcio di punizione ha modificato un dettaglio: cambio di strategia
Lo ha confessato lui stesso, nel post-partita di Juventus-Torino: "Avevo bisogno di un gol su punizione". Cristiano Ronaldo ci è riuscito per la prima volta in maglia bianconera, al 43° tentativo. Sembrava essere diventata una maledizione, resa ancor più eclatante dal suo status di calciatore più forte al mondo (insieme a Leo Messi) e dalla presenza in squadra di due specialisti del gol su calcio piazzato come Paulo Dybala e Miralem Pjanic. Anche i tifosi della Juve avevano iniziato a dubitare delle sue capacità di esecuzione su palla da fermo, abituati alle ottime medie realizzative dell'argentino e del bosniaco. Ci sono voluti quasi due anni, dal suo arrivo in bianconero, ma Cristiano Ronaldo ce l'ha fatta a mettere a tacere dubbi e scetticismo.
Non è stato un risultato casuale, al netto della componente di fortuna che serve sempre in questi casi, anche ai grandi campioni. Perché c'è stato qualcosa di diverso, rispetto alla classica punizione di CR7, nella battuta con cui ha superato Sirigu. Non la rincorsa, rimasta quella di sempre, scenograficamente studiata per attrarre su di sé tutti gli sguardi: gambe divaricate, busto rigido, un respiro e via. La differenza è stata nella scelta della soluzione di calcio. Mentre solitamente Cristiano Ronaldo predilige conclusioni secche e potenti, stavolta ha optato per un tiro morbido, dosato al punto giusto per scavalcare la barriera ed infilarsi all'incrocio dei pali. La modalità di impatto con il pallone è stata quella canonica, con la parte interna del collo del piede; ma la forza è stata gestita in modo da ottenere una parabola più arcuata, quasi a voler sorprendere il portiere avversario. Giusto pochi giorni fa, d'altronde, Cristiano Ronaldo aveva segnato al Genoa calciando a 105 km/h. Era lecito aspettarsi un tiro simile. E invece CR7 ha sorpreso tutti. Forse anche se stesso.