Cristiano Ronaldo è costato alla Juve più di 350 milioni per tre eliminazioni in Champions
La Juventus si avvicina sempre più ad un bivio. La seconda eliminazione consecutiva agli ottavi di Champions porta anche Cristiano Ronaldo sul banco degli imputati, soprattutto dopo una prestazione incolore nella sfida decisiva col Porto. Più che per le prestazioni in campo (il portoghese è capocannoniere in Serie A e nella fase a gironi di Champions ha segnato quattro reti in altrettante presenze), i dubbi si concentrano sul saldo tra costi e benefici. Il tutto in un periodo economicamente difficile per tutte le società calcistiche europee, con i bianconeri che di certo non fanno eccezione. Il rischio di dover sacrificare un "big" sul mercato potrebbe diventare concreto, dopo aver evitato la scorsa estate di cedere uno dei pezzi pregiati per far cassa.
Quanto è costato Ronaldo alla Juventus
La base di partenza è sempre la stessa: 115,8 milioni di euro, la cifra messa a bilancio dalla Juventus come "costo storico" per l'acquisizione di Ronaldo dal Real Madrid. L'acquisto più oneroso nella storia del calcio italiano che, nei quattro anni di contratto previsti, ha portato ad un impatto annuo di 28,95 milioni di euro solo per quanto riguarda il cartellino. Dopo due anni e mezzo, il peso dell'ammortamento ha toccato quota 72,375 milioni. A questa cifra va sommato lo stipendio riconosciuto al campione portoghese, pari a 54 milioni lordi a stagione. Per i primi due anni, la Juventus ha versato 108 milioni sul conto di CR7 e, dopo questa prima metà di stagione, tra compensi e oneri fiscali si arriva ad un esborso di 135 milioni di euro, considerando che il club bianconero ha regolarmente pagato gli stipendi ai propri tesserati nonostante le difficoltà causate dalla pandemia. In totale, dunque, tra cartellino e ingaggio, Cristiano Ronaldo finora è costato alla Juventus poco meno di 207,4 milioni di euro.
L'esborso complessivo, però, non si limita solo alla cifra versata nelle casse del Real Madrid e nel conto in banca del calciatore. Perché l'operazione Ronaldo ha inevitabilmente avuto un impatto sui debiti della Juventus aumentati progressivamente dall'approdo del lusitano alla corte bianconera. Nel primo semestre di Ronaldo alla Juve, come si evince dalla relazione intermedia al 31 dicembre 2018, l'indebitamento netto è aumentato da 309,8 a 384,3 milioni di euro (+74,5 milioni in sei mesi). Nel 2019 si è superata la soglia dei 400 milioni, con una posizione finanziaria netta negativa per 463,4 milioni e, dopo un miglioramento a metà dello scorso esercizio (326,9 milioni), l'indebitamento finanziario netto al 30 giugno 2020 si è attestato a 385,2 milioni. Una cifra ridotta di 27,4 milioni negli ultimi sei mesi dell'anno, ora pari a 357,8 milioni di euro, ma per allentare la pressione debitoria aumentata due anni fa è stato necessario un aumento di capitale da quasi 300 milioni di euro (contabilizzato per 294,6 milioni), oltre 140 dei quali compensati da altri costi. Circa 150 milioni, dunque, sono serviti per contrastare un indebitamento portato avanti con l'acquisto di Ronaldo, per quanto il trend fosse già avviato da prima.
Quali ricavi sono aumentati dall'arrivo di Ronaldo
Tra cartellino, ingaggio e incidenza sull'aumento di capitale, dunque, l'impatto di Ronaldo nelle casse della Juventus si aggira sui 350 milioni di euro in due anni e mezzo. Il tutto, però, con quali benefici? Sul campo, le tre eliminazioni premature in Champions League (ai quarti con l'Ajax nel 2019, agli ottavi con Lione e Porto negli ultimi due anni) influiscono pesantemente sul giudizio. Fuori dal terreno di gioco, invece, si attende ancora un "effetto Ronaldo" tale da ripagare completamente la spesa sostenuta. Nel 2019 i ricavi della Juventus sono aumentati da 504,7 a 621,5 milioni di euro, ma ciò non ha evitato una perdita da 39,9 milioni. Nel 2020, la pandemia si è fatta sentire, con un fatturato in calo a 573,4 milioni e perdite per 89,7 milioni di euro. Nei primi sei mesi dell'esercizio in corso, la situazione è peggiorata, perché il rosso ha già superato la soglia dei cento milioni (113,7 milioni al 31 dicembre 2020) e gli introiti si sono inevitabilmente ridotti a causa delle misure attuate per contenere il contagio.
Il "bonus" Ronaldo, dunque, resta limitato al merchandising e ai grandi accordi di sponsorizzazione siglati prima della pandemia: 51 milioni a stagione per otto anni da Adidas (un aumento di 28 milioni annui rispetto al contratto precedente), il nuovo accordo di sponsorizzazione con Jeep per 42 milioni annui (25 milioni in più rispetto a prima) e l'intesa decennale con Allianz che porterà circa 2,5 milioni in più a stagione nelle casse bianconere. Solo dagli sponsor, la Juventus ha visto arrivare 55,5 milioni in più all'anno, mentre per quanto riguarda merchandising e botteghino, il Covid-19 ha posto un freno. Al 30 giugno 2019, l'aumento dei ricavi su entrambi i fronti si aggirava complessivamente sui 30,5 milioni. Nel semestre luglio-dicembre dello stesso anno, ovvero l'ultimo semestre prima del lockdown, le entrate derivanti dalle due voci erano in calo, seppur superiori a quelle registrate nel pre-Ronaldo (circa 13 milioni di euro in più rispetto al primo semestre dell'esercizio 2017/18). Il beneficio sul fatturato senza fare i conti con la pandemia si aggirava sui 100 milioni di euro complessivi e tale è rimasto, data la chiusura delle biglietterie e l'effetto del Coronavirus sul mercato, che ha direttamente colpito il settore del merchandising. Eppure, negli ultimi sei mesi del 2020, la Juventus ha generato ricavi da vendite di prodotti e licenze superiori rispetto agli ultimi sei mesi del 2017: 16,7 contro 14,7 milioni. Praticamente, è come se la presenza di Ronaldo abbia annullato i danni causati dalla pandemia, almeno su questo fronte.
Juventus a un bivio: con Ronaldo o senza?
Ronaldo, in sostanza, vende e fa vendere di più alla Juventus, che spera di poter portare avanti questo "boost" anche quando il portoghese non vestirà più il bianconero. Perché il progetto di Agnelli, di fatto, punta sugli effetti a lungo termine, per quanto riguarda ciò che accade fuori dal campo. Oggi la discrepanza tra costi e benefici supera i 250 milioni di euro in due anni e mezzo, ma l'impatto di CR7 sui ricavi andrà valutato negli anni futuri, visti anche i contratti a lungo termine siglati dal club torinese dal suo arrivo. Tutta questione di appeal, ma la pandemia e le eliminazioni premature dalla Champions League non fanno altro che avvicinare la Juve a scelte dolorose per poter sostenere questa operazione. Scelte di mercato, chiaramente, perché per far fronte ai mancati introiti bisognerà monetizzare in sede di campagna cessioni. Ancora una volta, dunque, il player trading diventerà una risorsa, come dimostrano anche le plusvalenze incamerate a gennaio (circa 25 milioni da Portanova, Petrelli e Tongya).
L'indiziato numero uno, come per l'estate scorsa, resta Dybala: valore residuo basso, discreto interesse sul mercato e plusvalenza praticamente certa in caso di vendita, per quanto il rendimento in questa stagione abbia indubbiamente abbassato la sua valutazione. A meno che, in casa Juventus, non si inizi a considerare chiuso il ciclo, dando il via ad una rifondazione senza i senatori. In questo senso, dopo aver mancato per tre stagioni l'obiettivo Champions League, anche il futuro di Ronaldo potrebbe diventare un'incognita. Difficile, però, che i bianconeri si privino di lui. Il portoghese ha ancora un anno di contratto e la strada più probabile appare essere quella di un ultimo tentativo col gruppo attuale, per quella "ossessione" europea che non si è realizzata nemmeno con CR7 in squadra.