Cristiano Ronaldo cambia ruolo al Manchester United: non è più lo stesso giocatore
"Lo voglio in area, voglio che faccia gol". Le parole di Ole Gunnar Solskjær spiegano bene qual è l'impatto di Cristiano Ronaldo sul Manchester United e come, al netto del riverbero mediatico e anche del ritorno economico di un'operazione/brand, il suo arrivo in attacco va a ingolfare un reparto già affollato. Sfumato l'entusiasmo per il ritorno a Old Trafford di CR7 in Inghilterra c'è qualcuno che solleva dubbi legittimi: era davvero l'acquisto che serviva ai Red Devils? Le perplessità che sorgono spontanee sono almeno due e sollevano questioni importanti:
- dando un'occhiata alla squadra in posizione avanzata ci sono Edinson Cavani, Marcus Rashford, Jadon Sancho, Mason Greenwood, Anthony Martial o gli stessi Amad Diallo, Bruno Fernandes e Jesse Lingard. Mentre è in altri settori della rosa, tra difesa e centrocampo, che si attendevano alternative dal mercato.
- non è solo una questione strutturale (e non è certo di poco conto) ma di linea programmatica seguita finora che ha bilanciato la crescita dei talenti del settore giovanile (Rashford, Greenwood, McTominay) con acquisti mirati per alzare l'asticella della qualità (è il caso di Sancho e Varane). La decisione di puntare tutto su un calciatore come il portoghese, uno splendido solista, inverte questa tendenza e obbliga a sacrifici necessari perché la ‘baracca regga'.
Cristiano si è evoluto come giocatore – ha ammesso il tecnico dello United -. Giocava largo a destra, largo a sinistra, davanti… ma al momento lo considero più un centravanti. Ci saranno partite che giocheremo con due o tre elementi in attacco ma a prescindere lo vedo sicuramente in area di rigore. A lui chiedo i gol.
Dove piazzare CR7 e chi tagliare? "Sono qui per aiutare la squadra a raggiungere risultati e obiettivi prefissati – ha spiegato il campione portoghese al sito ufficiale dello United -. Il tecnico può contare su di me, sono disponibile per tutto". Ma il gioco degli incastri e delle scelte non è così semplice. In buona sostanza, a seconda del modulo e dell'interpretazione tattica, Solskjær si ritroverà nella (scomoda) situazione di dover scegliere chi, di volta in volta, gli farà posto sacrificando la grande qualità attualmente presente nel settore offensivo con la necessità di trovare equilibrio per supportare Ronaldo. Dieci calciatori più uno (fortissimo ma non più come 12 anni fa), la stessa pecca che aveva sottolineato Maurizio Sarri, s'era abbattuta anche su Andrea Pirlo e con la quale aveva fatto (e avrebbe fatto adesso) i conti anche Massimiliano Allegri alla Juve.