Cristiano Ronaldo all’Al-Nassr per 200 milioni a stagione, l’affare nasconde un piano più ambizioso
Duecento milioni di euro a stagione per i prossimi due anni e mezzo. Cento li percepirà direttamente dall'Al-Nassr, il resto gli arriverà nelle tasche in virtù di una serie di contratti pubblicitari e di sponsorizzazione. Dietro il trasferimento (praticamente fatto, sostiene il quotidiano spagnolo Marca) di Cristiano Ronaldo in Arabia Saudita ci sarebbe dell'altro, un piano molto più ambizioso rispetto alle mire sportive del club che vuole consolidare la leadership in patria.
E CR7 diverrebbe, oltre che il campione per potenziare la squadra, l'uomo immagine a corredo di una strategia più ampia: ovvero, far sì che dopo l'edizione 2026 dei Mondiali in Nord-America quella del 2030 torni nel Golfo Persico. Una delle gemme più preziose della robusta campagna di sponsorizzazioni avviata dal Fondo sovrano Pif è proprio la figura del cinque volte Pallone d'Oro al quale un'offerta ricca era stata già sottoposta nella scorsa estate.
Non la accettò, restò al Manchester United dopo che il suo agente – Jorge Mendes – sondò il terreno con altri club, in particolari quelli che giocano la Champions perché la volontà del suo assistito è sempre stata chiara: continuare a calcare il palcoscenico della massima competizione europea per club.
Calciatore, brand e testimonial. L'accoglienza e il trattamento sono da mille e una notte: la stella portoghese arriverà sulla soglia dei 40 anni con un contratto e un ingaggio principeschi, con 500 milioni di euro che gli garantiscono una "pensione" dorata e una exit-strategy dal calcio giocato da re.
Una sorta – tanto per fare un esempio – di ruolo alla David Beckham con il Qatar, pagato profumatamente per veicolare l'immagine dello Stato arabo nel mondo. Qualcosa di simile e anche di più remunerativo alla luce delle cifre messe sul piatto. Il tutto a corredo di un progetto: l'Arabia Saudita potrebbe così sostenere con maggiore forza la propria candidatura ai Mondiali del 2030 insieme con Egitto e Grecia.
Il ghiaccio è stato rotto con l'edizione attuale dei Mondiali in Qatar. Ecco perché disputare un'altra Coppa invernale in un Paese arabo non è ipotesi così peregrina. Non c'è (ancora) una correlazione netta, definita tra il trasferimento di Cristiano Ronaldo all'Al-Nassr e l'obiettivo di avere un altro Trofeo scandito dall'opulenza dei petrol-dollari. Ma la strada è tracciata e per l'influenza dei proventi dell'oro nero nel mondo nel calcio non è folle sostenere che tutte le strade di un Torneo futuribile portino a Riyad.