Cristiano Ronaldo affrontato da un invasore mentre è in lacrime: la reazione è inevitabile
È andato tutto storto, dall'inizio alla fine. Un tifoso ha lanciato un po' d'acqua a Cristiano Ronaldo quando lo ha visto accomodarsi in panchina, un gesto che gli è costato caro (le guardie lo hanno allontanato dalle stadio). Un altro ancora, a fine incontro, quando le lacrime dell'uomo spengono anche il fuoco dell'adrenalina del giocatore, ha fatto invasione di campo pur di avvicinarsi a lui.
Ce l'aveva fatta a raggiungerlo, era nemmeno a un metro da lui. Vicino abbastanza da allungare il braccio per toccare il suo idolo, chiedergli la maglia, ricevere un saluto. Ne ha ricavato solo un naturale gesto di stizza alla luce del comprensibile stato emotivo del cinque volte Pallone d'Oro.
Ha scelto il momento peggiore in assoluto per la condizione emotiva del campione: sconfitto, eliminato, amareggiato perché contro il Marocco ambiva a partire titolare (ma Santos lo ha lasciato fuori ancora una volta, salvo ricorrere a lui quando s'è trovato in svantaggio).
In testa gli è passato di tutto in quegli attimi che devono essergli sembrati tremendi. Aveva immaginato per sé un altro epilogo dopo la permanenza burrascosa a Old Trafford, la coesistenza difficile con ten Hag e la rottura totale con il Manchester United.
CR7 svincolato, aveva puntato sulla Coppa del Mondo e sulla possibilità di arrivare almeno in finale per lasciare tutto alle spalle. E dimostrare che aveva ragione lui: che non lo si può mettere da parte a cuor leggero perché lui – ne era convinto – può fare ancora la differenza. Avrebbe dato tutto, per se stesso e per il Portogallo, poi scelto cosa fare a gennaio quando dovrà trovarsi una nuova squadra. Finora è stato un pensiero che lo ha sfiorato, aveva altro a cui dedicarsi. Ma il Mondiale finito malissimo rimette tutto in discussione.
A Ronaldo è rimasto tra le mani un pugno di mosche e tante parole. Dall'Inghilterra fino al Qatar, s'è portato dietro il brusio sollevato dalle sue dichiarazioni e il chiacchiericcio sul presunto ‘fastidio' arrecato anche ai compagni di nazionale. Parole, troppe parole. Alcune fatali abbastanza da incrinare il rapporto anche con il commissario tecnico che, dopo il rimbrotto ricevuto in diretta tv contro la Corea del Sud, ha messo la schiera diritta e l'ha lasciato fuori contro Svizzera e poi con i Leoni dell'Atlante.
La guerra delle parole. CR7 ha perso anche quella. Il pianto era la manifestazione più genuina del dio caduto facendo un tonfo fragoroso: ha perso tutti quei poteri che lo avevano portato in cima al mondo regalandogli una notorietà planetaria. Era in lacrime, passo dopo passo, si dirigeva solitario verso il tunnel che conduce nella pancia dello stadio. Sembrava camminare in un'altra dimensione almeno fino a quando l'invasore di campo non lo ha riportato nella realtà.
È stato in quel momento che ha provato ad avventarsi su di lui quel sostenitore coraggioso e abile abbastanza da eludere i controlli e arrivare a sfiorare l'ex campione del Real Madrid. Ronaldo s'è destato, è tornato in sé, s'è divincolato e ha scansato quel giovane che gli ha ricordato che aria tira sulla terra.