Criscito disperato dopo il rigore parato da Audero, il portiere corre a baciarlo: un grande gesto
Il finale del derby di Genova ha riservato un doppio colpo di scena nei minuti di recupero, quando il punteggio era sull'1-0 per la Sampdoria: prima il calcio di rigore concesso al Genoa dall'arbitro Maresca per fallo di mani di Ferrari dopo essere stato richiamato dal VAR ed essere andato a bordo campo per l'on-field review, poi l'errore dal dischetto del capitano Mimmo Criscito, la cui conclusione è stata intercettata da Audero distesosi alla sua destra. Un errore decisivo, visto che la partita si è poi conclusa con la vittoria di misura della squadra blucerchiata che ha capitalizzato al massimo il gol di Sabiri al 25′ del primo tempo.
Un successo pesantissimo, che a tre giornate dalla fine mette quasi definitivamente al sicuro gli uomini di Giampaolo, mentre il Genoa sprofonda nell'incubo di una retrocessione sempre più vicina. Una mazzata per i tifosi rossoblù e per Criscito, che dopo aver fallito il rigore si è lasciato andare alla disperazione assoluta, avendo capito che il suo errore potrebbe condannare il suo amato Genoa. In quel momento qualcuno gli si è avvicinato per dargli un bacio sulla testa: è stato Emil Audero, proprio il suo ‘carnefice' sportivo, che ha capito il dramma del collega e ha compiuto un gesto di grande umanità, di livello non inferiore alla parata sul penalty.
Trionfo e rovina, le due facce dello sport al loro massimo: Audero è l'eroe del popolo sampdoriano, che vede la salvezza ad un passo dopo un'annata deludente che neanche l'arrivo di Giampaolo al posto di D'Aversa è riuscito a risollevare, il 35enne Criscito – una vita al Genoa con le parentesi alla Juve e allo Zenit – è il protagonista in negativo di un momento sportivamente doloroso come pochi: il capitano sa bene quanto pesi il suo errore, si inginocchia sotto la gradinata e si mette a piangere. "Questa è la parata più importante della mia vita, capisco cosa prova Criscito a prescindere dei colori. In questi attimi è io o te", spiega Audero. Nient'altro che la legge dello sport.