Cremona si stringe intorno a Vialli: tanto calcio italiano alla messa in memoria di Luca
In attesa dei funerali che avranno luogo a Londra nei prossimi giorni in forma strettamente privata, oggi pomeriggio a Cremona parenti, amici, autorità locali e molti rappresentanti del calcio italiano hanno preso parte alla messa in memoria di Gianluca Vialli, morto a 58 anni venerdì scorso in conseguenza del tumore al pancreas che lo aveva colpito nel 2017.
La chiesa parrocchiale di Cristo Re della città lombarda era già piena un'ora prima dell'inizio della funzione prevista per le 18:30. La famiglia dell'ex campione della Nazionale è arrivata verso le 18 e si è posizionata alla destra dell'altare. Presenti i tre fratelli di Vialli, Nino, Marco e Maffo, ma non i genitori. La madre 87enne, Maria Teresa, che aveva voluto che si celebrasse questa messa di suffragio a Cremona, è rimasta a casa per via di un leggero stato febbrile. Ed anche il papà di Luca, il 90enne Gianfranco, ha voluto restarle al fianco. Assenti anche la sorella Mila, la moglie e le due figlie.
Davanti all'altare le cinque maglie che hanno contrappuntato la carriera di Vialli: Cremonese, Sampdoria, Juventus, Chelsea ed ovviamente quella dell'Italia. Presenti in chiesa i bambini del Corona calcio, l'oratorio in cui il piccolo Luca aveva cominciato a giocare a pallone, e poi tanti volti noti del calcio italiano il cui percorso si era incrociato con quello dell'ex attaccante azzurro. Molta Sampdoria di quella ‘bella stagione', con Pagliuca, Lanna, Vierchowod, Lombardo, Evani, Salsano, Branca.
E poi la Juventus degli anni di Vialli, la squadra che sollevò la Champions League a Roma nel 1996: Peruzzi, Ferrara, Pessotto, Torricelli, Tacchinardi, Padovano, Ravanelli e l'ex dirigente di allora Roberto Bettega. E ancora all'esterno della chiesa, che dispone di 300 posti, tantissimi tifosi e concittadini di Vialli, che hanno voluto far sentire a Luca e alla sua famiglia quanto gli hanno voluto bene.
"Gianluca ha saputo giocare con il sorriso anche la partita dell’esistenza oltre a quella sul campo – ha detto nell’omelia il vescovo Napolioni – Ha scelto la vita e non il male, non si è fatto annichilire dalla malattia. Siamo qui per dire: Grazie Gianluca".