Courtois gioca la finale perfetta e si vendica sugli inglesi: “Ora rispettatemi”
La Champions League parla spagnolo, grazie al successo del Real Madrid a Parigi che ha vinto la finale sul Liverpool con il gol decisivo di Vinicius ad inizio secondo tempo. Ma se l'attaccante dei Blancos è stato fondamentale per portare avanti i madridisti, il migliore in campo è stato un altro giocatore di Ancelotti: Thibaut Courtois che con le sue parate ha negato qualsiasi speranza agli inglesi.
Una finale da assoluto protagonista, che ha segnato una gara perfetta grazie a parate decisive per tutti i 90 minuti. Soprattutto in un duello personale con Momo Salah con l'egiziano che si è visto respingere l'impossibile. Nelle statistiche il Liverpool è stato una macchina da tiri: 23 in totale, 9 nello specchio della porta e altrettante sono state le parate decisive di Courtois sempre puntuale nel salvare il risultato.
Sullo 0-0 e per tutto il primo tempo, quattro interventi perfetti che hanno tenuto il Real Madrid, non certo bello, in partita. Poi, nella ripresa, dopo il vantaggio di Vinicius e con il Liverpool votatosi alla causa del pareggio, altri cinque interventi che hanno permesso di alzare al cielo la 14a coppa targata Real Madrid. MVP assoluto, esaltato anche dagli stessi compagni in campo e autore di una gara che è entrata nella storia con statistiche mai viste prima.
Courtois ha sugellato la propria personale prestazione di Parigi parando in modo decisivo per ben 9 volte: mai nessun altro portiere in una finale di Champions League era riuscito ad arrivare a tanto, confermandosi l'uomo in più per Carlo Ancelotti e i suoi compagni. E quando il Liverpool aveva già il grido di gioia in gola, ci ha pensato un pizzico di fortuna a salvare il portiere belga lasciando agli inglesi solamente l'amarezza di un paio di legni colpiti.
Una prestazione che ha anche il sapore di una autentica rivincita personale che lo stesso Courtois ha poi sottolineato a conclusione della finale e con il trofeo in mano: "Oggi dovevo vincere una finale per la mia carriera. Nonostante tutto il duro lavoro. Per mettere il mio rispetto sul mio nome perché penso di non avere abbastanza rispetto, soprattutto in Inghilterra. Ho visto molte critiche , anche dopo una grande stagione, che non ero abbastanza bravo". Il riferimento ovviamente va al suo periodo in Premier League tra il 2014 e il 2018 quando vestì la maglia del Chelsea.