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Diego Armando Maradona morto a 60 anni

Così Maradona è rimasto solo nei suoi ultimi giorni: “Ha buttato tutti fuori di casa”

L’ex medico di Maradona, il neurochirurgo Leopoldo Luque attualmente indagato come possibile responsabile della morte del Pibe ha voluto fare chiarezza su quanto accaduto attraverso una memoria difensiva presentata attraverso i suoi legali. Nella stessa ha rivelato che “nessuno poteva immaginare che il cuore di Diego si sarebbe fermato”.
A cura di Marco Beltrami
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Leopoldo Luque rischia il carcere. L'ex medico personale di Diego Armando Maradona è indagato come possibile responsabile della sua morte. L'indagine della procura di San Isidro sta cercando di fare chiarezza su quanto avvenuto nelle ultime ore di vita del Pibe, per chiarire anche le eventuali colpe del neurochirurgo che lo aveva recentemente operato. Quest'ultimo ancora una volta dal canto suo ha ribadito di non aver mai abbandonato Maradona e che sarebbe stato proprio quest'ultimo a voler restare solo, nell'abitazione dove poi è stato trovato senza vita. Una versione però su cui restano numerose ombre.

Attraverso i suoi legali, Leopoldo Luque ha presentato una memoria difensiva, come proroga per la richiesta di esenzione dal carcere davanti al giudice per le indagini preliminari. Il timore del medico è che i pubblici ministeri chiedano il suo arresto, per "abbandono di persona e successiva morte della stessa", con una pena che potrebbe andare dai 5 ai 15 anni di reclusione. Nel documento, a cui la Telam l'agenzia di stampa nazionale argentina ha avuto accesso, viene difeso l'operato del neurochirurgo sin da quando si è deciso per l'intervento alla testa: "Il nostro assistito non ha mai messo in pericolo la vita o la salute del suo amico e paziente, è stato lui a portarlo in clinica per un controllo completo e ha ordinato una TAC che ha mostrato un ematoma subdurale ed è stata decisa congiuntamente un'operazione neurologica, che ha avuto successo".

Luque ha voluto chiarire anche tutti i passaggi post-operatori. Come mai Maradona, reduce da un'operazione delicata è stato trasferito in un'abitazione spartana e non consona alla riabilitazione? A detta di Luque la famiglia era al corrente di tutto: "È stato poi dimesso in maniera coordinata dalla sua famiglia e dai suoi medici, ed è stato trasferito a casa sua con l'assistenza di uno staff infermieristico e di un assistente terapeutico con le figlie stesse che hanno messo un medico pronto per esaminarlo". I legali hanno sottolineato che nonostante Luque volesse essere sempre presente, Maradona preferiva stare da solo: "Leopoldo Luque era sempre presente quando c'era bisogno. Maradona voleva stare da solo e in modo manifesto, e ha buttato tutti fuori dalla casa in cui si trovava". Nello specifico il neurochirurgo ha rivelato di essere stato tre volte a casa del Pibe e in una di quelle occasioni ha tolto i punti di sutura.

In un altro passaggio Luque ha ulteriormente rigettato le accuse di aver lasciato solo il suo assistito: "È stato Diego Maradona a cacciare il medico (incaricato dalle figlie, ndr), circostanza nota anche alle sue figlie. Anche un'infermiera e lo stesso Luque sono stati cacciati. Diego Maradona ha deciso da solo e ha costantemente rotto i taciti contratti con i suoi professionisti". Anche il neurochirurgo poi è rimasto molto sorpreso dall'esito dell'autopsia, e dalle condizioni del cuore del campione. Un'altra situazione che solleva non pochi dubbi sulle sue responsabilità: "Diego era anche assistito da uno psichiatra e uno psicologo per i quali tutti consigliavano il suo trattamento, che era la dipendenza. Nessuno poteva immaginare o immaginare che il suo cuore sarebbe venuto a mancare improvvisamente. Nessuno dei medici, compreso il cardiologo che ha effettuato gli studi pre-chirurgici presso la clinica Olivos, ha notato un rischio di vita, tutti hanno indicato la sindrome da astinenza, e questo si è riflesso nella storia clinica e nel certificato di dimissione".

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