Così Guardiola ha disinnescato Mbappé e Neymar: l’ennesimo piano riuscito di Pep
La semifinale d'andata della Champions League tra Psg e Manchester City ha avuto due assenti ingiustificati, ovvero Mbappé e Neymar. Proprio i due calciatori che hanno rischiato di togliere il sonno a Pep Guardiola, sono stati in realtà bloccati dalla sua squadra. Come? Con una particolare gabbia, o con una speciale marcatura? L'allenatore catalano ha sottolineato nel post-partita quanto sia stato importante il ritmo imposto dai Citizens per impedire alle due stelle avversarie di rendere al meglio. Un piano che ha funzionato alla perfezione.
Alla vigilia del primo round tra City e Psg, Pep Guardiola aveva dichiarato di non voler pensare troppo a Neymar e Mbappé. Erano loro gli osservati speciali della notte del Parco dei Principi, ovvero quelli che avrebbero potuto fare più male alla formazione inglese. Il manager catalano pur alleggerendo la mente dei suoi giocatori dall'idea di particolari soluzioni da adottare per bloccare gli avversari, per cercare di impedire loro di rendere al meglio ha fatto di necessità virtù studiano un piano che prevedeva un cambio di ritmo.
Guai ad andare allo "scontro frontale" contro il Psg, e guai dunque a prestare il fianco a Mbappé e Neymar. Fondamentale invece utilizzare un ritmo basso, senza scoprirsi e garantire ai campioni della squadra di Pochettino la possibilità di sfruttare le proprie armi. Controllo, aggressività (vista soprattutto nel primo tempo), e possesso palla. Così il manager della formazione che si avvia a diventare campione d'Inghilterra ha disinnescato le armi degli avversari. Non è un caso che a fine gara il possesso degli ospiti sia stato quasi del 60% con 851 tocchi di palla contro i 622 dei Bleus.
Un piano tanto semplice quanto efficace, spiegato poi così davanti ai microfoni di Sky: "Dovevamo assolutamente bloccare la partita e abbassare il ritmo perché se giochi una partita aperta contro Mbappé e Neymar ti ammazzano. L’abbiamo visto contro il Bayern, sono 10.000 volte più forti di noi in campo aperto. Dovevamo farla così".