Così controllavano Maradona negli ultimi giorni di vita: “Avevano i suoi telefoni”
L'inchiesta della magistratura sulla morte di Diego Armando Maradona prosegue senza sosta. Dall'Argentina emergono nuove indiscrezioni circa le indagini portate avanti dagli inquirenti che sostengono come il decesso dell'ex Pibe de Oro si potesse evitare. Negligenza medica alla base di tutto con diverse persone interessate in questa triste vicenda. Venerdì pomeriggio presso l'ufficio del procuratore generale di San Isidro che sta indagando sulle cause che hanno portato alla morte di Maradona, erano stati convocati Alejandro Cottaro e Carlos Bacchini, che erano i due assistenti terapeutici che hanno frequentato la casa dell'ex Pibe de Oro presso cui ha trascorso gli ultimi giorni.
I due hanno parlato di anomalie e stranezze riscontrate circa la gestione dei telefoni cellulari di Maradona. Al suo fianco, nelle ultime ore prima del suo decesso, c'erano infatti Maximiliano Pomargo (l'assistente) e Jonathan Esposito (suo nipote, figlio di sua sorella Maria Rosa). "Avevano i suoi telefoni e quando telefonava qualcuno, rispondevano che el Diez stesse dormendo o che non ci fosse, quando invece era lì con noi. I telefoni erano totalmente gestiti da loro". Questo il racconto di Bacchini agli inquirenti che hanno ritenuto questa testimonianza attendibile e molto importante poiché avvenuta lo stesso giorno in cui gli investigatori hanno aperto i due cellulari di Maradona.
"Diego era come blindato – ha raccontato invece Cottaro – era come se non volessero che ci mettessimo in contatto con lui". Secondo queste testimonianze riportate dall'Argentina, intorno a Maradona c'era un'atmosfera strana, quasi come se l'ex Pibe de Oro non dovesse avere alcun riferimento eccetto Pomargo ed Esposito. Bacchini infatti ha anche dichiarato: "Non l'hanno mai lasciato decidere – ha evidenziato – Durante i pasti ho visto Maradona mangiare l'ossobuco grasso che non avrei mai dato ad una persona con problemi di cuore". Bacchini, anche sollecitato dalle domande del pubblico ministero, ha poi sottolineato nel suo racconto come non fosse mai stato seguito un programma di dieta precisa per Maradona: "Nessuno ha mai detto che avesse problemi di cuore in casa – ha detto – Gli davano da mangiare ciò che volevano". Testimonianze forti che continuano a gettare ombre e sospetti sugli ultimi giorni di vita di Maradona. Nel frattempo, Leopoldo Luque, il medico personale dell'ex Pibe de Oro, resta il principale imputato dell'inchiesta.