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Cos’è successo all’Atalanta e perché ha perso 5-0 con il Liverpool

Dopo aver strappato applausi nella scorsa stagione, l’Atalanta non ha ancora ingranato la marcia in questa edizione di Champions League. A pochi giorni dalla sofferta rimonta con l’Ajax, i bergamaschi sono stati infatti travolti dall’uragano Liverpool mettendo in mostra una preoccupante condizione fisica. A complicare la partita è stato anche l’atteggiamento dell’undici di Gasperini: punito severamente per aver tentato di giocare a viso aperto, contro un avversario al di fuori della sua portata.
A cura di Alberto Pucci
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A pochi giorni dalla facile vittoria in Danimarca e dal pareggio con l'Ajax, l'Atalanta ha perso clamorosamente con il Liverpool ed è uscita ridimensionata dall'ultimo turno europeo. Dopo le cinque sberle prese nell'ottobre scorso a Manchester, Gomez e compagni hanno infatti passato un'altra brutta serata: questa volta a Bergamo e sul proprio terreno di gioco. Il 5-0 finale che ha premiato e confermato il Liverpool in testa al girone di Champions League (e aiutato l'Ajax ad agganciare al secondo posto proprio i bergamaschi), è certamente frutto della grande squadra di Klopp, capace di anestetizzare il ‘dentista' Gasperini, ma anche della serata storta della Dea e del suo allenatore.

Il boomerang di Gasperini

La strategia del mister nerazzurro, questa volta, non ha infatti dato grandi risultati. Anzi, l'idea di aggredire a tutto campo gli avversari, e concedere loro ampi spazi da percorrere una volta saltata la prima linea di pressing, si è rivelata un boomerang per Gomez e compagni: salvati da un risultato ancor più pesante dalle parate decisive di Sportiello. Di fronte alla classe di Diogo Jota e alla velocità di Salah, imprendibile in campo aperto, il centrocampo e la difesa dei nerazzurri sono spesso andati in tilt. In attacco, invece, Gomez non si è in pratica mai visto, Muriel si è reso pericoloso solo in un paio di occasioni e Zapata si è svegliato (colpendo un palo) solo quando gli inglesi avevano già staccato la spina.

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Un Liverpool da applausi

Ma oltre ai demeriti della Dea, che ha tenuto botta per un quarto d'ora prima di implodere su se stessa dopo la prima rete di Diogo Jota, ci sono ovviamente anche i meriti di una squadra che ha dimostrato di essere ancora di un altro pianeta. Senza van Dijk e con Firmino inizialmente in panchina, il Liverpool ha infatti disegnato calcio sull'erba del ‘Gewiss Stadium', mostrando una condizione fisica straripante, un gioco corale e sempre in verticale, un gruppo di giocatori di grande qualità e soprattutto un atteggiamento vincente fino all'ultimo minuto di gioco. Uno spettacolo di colore rosso, che avrebbe meritato l'applauso dello sportivo pubblico di Bergamo: purtroppo assente a causa di un ‘nemico' molto più temibile degli extraterrestri di Klopp.

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