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Cos’è l’indice di liquidità nel calcio e perché preoccupa così tanto le squadre di Serie A

Il Collegio di Garanzia dello Sport del Coni ha accolto il ricorso della Lega Serie A sull’indicatore di liquidità, lo spauracchio di tanti club.
A cura di Benedetto Giardina
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«Mai più casi Parma», chi si ricorda questa frase? Era il 2015 e il calcio italiano assisteva al fallimento – a stagione in corso – di un club di Serie A, i cui disastri erano già noti da tempo (per chi li avesse voluti vedere…) dato che la Uefa già nell'estate precedente aveva negato ai ducali la licenza per partecipare all'Europa League. Sotto la spinta quel «mai più», che «mai più» in realtà non fu, la Figc introdusse nuovi parametri per il rispetto dell'equilibrio economico-finanziario dei club. Tra questi, l'indicatore (o indice) di liquidità, che tanto sta facendo discutere in questi giorni. Non solo a livello mediatico, ma anche in sede di giustizia sportiva. Perché la Lega Serie A ha presentato ricorso al Collegio di Garanzia dello Sport del Coni sull'approvazione «del Sistema delle Licenze Nazionali per l’ammissione al Campionato Professionistico di Serie A maschile 2022/2023». Un ricorso accolto, con l'annullamento del provvedimento che prevedeva tale indicatore come parametro per l'iscrizione al campionato.

Il Coni dà ragione alla Serie A, no all'indicatore di liquidità

Claudio Lotito con Lorenzo Casini, presidente della Lega Serie A
Claudio Lotito con Lorenzo Casini, presidente della Lega Serie A

La battaglia in sede di giustizia sportiva è stata vinta dalla Lega Serie A, che ha ottenuto dal Collegio di Garanzia dello Sport del Coni l'annullamento dei provvedimenti impugnati: «In parziale accoglimento del ricorso proposto dalla Lega Nazionale Professionisti Serie A avverso il Comunicato Ufficiale della Federazione Italiana Giuoco Calcio – FIGC n. 220/A del 27 aprile 2022 recante la pubblicazione della delibera del Consiglio Federale FIGC del 26 aprile 2022 di approvazione del Sistema delle Licenze Nazionali per l’ammissione al Campionato Professionistico di Serie A maschile 2022/2023; la delibera del 26 aprile 2022 di approvazione del Sistema delle Licenze Nazionali per l’ammissione al Campionato Professionistico di Serie A maschile 2022/2023; il Manuale Licenze Nazionali Serie A 2022/2023 e ogni altro atto presupposto, connesso e conseguente, annulla i provvedimenti impugnati nella parte in cui si prevede che la verifica del possesso del requisito dell’indice di liquidità sia fissata in un termine antecedente alla chiusura dell’esercizio in corso».

Cos'è l'indice di liquidità?

Ma cos'è questo tanto vituperato indicatore (talvolta detto anche indice) di liquidità? È un parametro col quale si intende misurare la capacità a far fronte agli impegni finanziari a breve termine, quantomeno nell'arco dei 12 mesi. Si calcola tramite il rapporto tra attività correnti e passività correnti (quel che entra in un anno e quel che esce in un anno, in sostanza) ed è soggetto ai controlli della Covisoc, l'ultimo dei quali effettuato il 31 marzo.

Le attività correnti «comprendono le disponibilità liquide e i crediti esigibili entro i 12 mesi e sono costituite dalle seguenti voci: Disponibilità liquide, Crediti verso Clienti, Crediti verso imprese controllate, collegate e controllanti, Crediti tributari, esclusi quelli per imposte anticipate, Crediti verso enti-settore specifico e Crediti verso altri». Per passività correnti, invece, vengono tenute in conto «Obbligazioni ordinarie e convertibili, Debiti verso soci per finanziamenti, esclusi quelli postergati ed infruttiferi, Debiti verso banche, Debiti verso altri finanziatori, Acconti, Debiti verso fornitori, Debiti rappresentati da titoli di credito, Debiti verso controllate, collegate e controllanti, Debiti tributari, Debiti verso istituti di previdenza e sicurezza sociale, Debiti verso enti-settore specifico, Altri debiti e canoni di leasing scadenti entro i 12 mesi».

Gabriele Gravina, presidente della Figc
Gabriele Gravina, presidente della Figc

Per la Figc, tale rapporto doveva tornare ad essere determinante ai fini dell'ottenimento della licenza nazionale. Almeno, queste erano le intenzioni: se una società non avesse rispettato il parametro previsto dal Manuale Licenze Nazionali per per l'iscrizione alla stagione successiva, allora avrebbe rischiato di non prendere parte al campionato seguente. Per la stagione 2022/23, lo scorso 26 aprile è stata deliberata la modifica dell'indicatore, che deve essere pari a 0,5. E la Lega Serie A si è opposta.

Chi non rispetta l'indicatore di liquidità in Serie A

Reduce e non del tutto ripresasi dall'effetto Covid-19, la Serie A deve fare i conti con dei bilanci in costante perdita, motivo per cui parecchi club speravano che per la prossima stagione venisse adottato un vincolo meno stringente. Tra le proposte sul tavolo c'era quella di un indicatore più basso (pari a 0,4) che però tenesse conto del valore storico della rosa. Invece la Figc ha optato per portare la soglia a 0,5, per di più con tempistiche immediate, perché la contestazione della Covisoc in caso di mancato rispetto della soglia prevista «verrà effettuata entro il 14 giugno 2022». Cioè entro domani, con pochi altri giorni previsti per risanare eventuali situazioni di squilibrio.

La Lazio ha consegnato in extremis la documentazione per l'incide di liquidità
La Lazio ha consegnato in extremis la documentazione per l'incide di liquidità

C'è chi già sapeva di non essere in regola, come la Lazio, che ha atteso fino all'ultimo la pronuncia da parte del Collegio di Garanzia dello Sport prima di valutare un eventuale ripianamento (la cifra dovrebbe aggirarsi sui 5 milioni di euro), come già fatto da altre società prima che venisse fissata la data di udienza al Coni. Non si tratta però della prima volta che i capitolini si trovano alle prese con questo problema. Già lo scorso anno il club di Lotito, sia in estate che a gennaio, è stato bloccato in sede di calciomercato, così come la Sampdoria, dovendo cedere per rimettersi in linea col parametro previsto e poi avviare la campagna acquisti. Anzi, proprio in quei mesi, l'indicatore di liquidità era quasi diventato un tormentone nelle interviste del ds laziale Tare e dell'allenatore Sarri, che in prossimità di ogni sessione di mercato ricordavano come la Lazio dovesse rientrare nei parametri prima di poter operare in entrata.

Perché la Serie A ha chiesto una modifica delle norme

Solo che, sia un anno fa che nell'anno precedente, l'indicatore di liquidità non era inserito tra i parametri previsti dal Manuale Licenze Nazionali. La soglia, che era anche più alta di quella attuale (0,8 nel 2020/21 e 0,6 nel 2021/22), in caso di mancato rispetto portava alla «non ammissione ad operazioni di acquisizione del diritto alle prestazioni dei calciatori». Blocco del mercato, in parole povere, senza mettere a repentaglio l'iscrizione al campionato. C'è chi lo ha evitato con aumenti di capitale e c'è chi ha atteso di vendere i propri pezzi pregiati per metter dentro la liquidità necessaria a svolgere operazioni in entrata. Per la prossima stagione, invece, il rapporto tra attività e passività correnti era tornato tra i parametri previsti per l'ottenimento della licenza. Era, appunto, perché la Serie A si è opposta. E il Collegio di Garanzia dello Sport del Coni le ha dato ragione.

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