Cosa vuol dire per il calcio italiano l’elezione di Claudio Lotito in Senato
Claudio Lotito ce l'ha fatta: è stato eletto Senatore, vincendo la sfida nel collegio uninominale del Molise in cui era candidato dal centrodestra per Forza Italia. Il presidente della Lazio corona un sogno, mai negato e – anzi – sempre rincorso a tal punto che per la mancata elezione nella scorsa legislatura aveva presentato diversi ricorsi di protesta. Oggi, al contrario, è ufficialmente nel Senato e – ovviamente – dividerà i suoi impegni tra affari politici e affari sportivi, che spesso per il patron della Lazio si sono già intrecciati nelle stanze della Federcalcio.
La notizia della nomina a Senatore della Repubblica Italiana da parte di Claudio Lotito è stata ovviamente ben accolta da tanti tifosi laziali che hanno visto in questo senso un possibile revival sportivo – a tinte celesti questa volta – di quanto accadde, sempre a Roma, nel lontano 1983. Allora, a diventare Senatore fu Dino Viola, tra le fila della Democrazia Cristiana e presidente del club giallorosso: in quella stessa stagione, la Roma trionfò e vinse lo scudetto. Oggi, uguale destino politico è toccato a Lotito, presidente di una Lazio che culla ovvie ambizioni di successo e che tifosi sperano, con le dovute scaramanzie, si possa ripetere anche in ambito calcistico.
Il connubio Lotito-politica è sempre stato fortissimo per il presidente laziale che già nel mondo del calcio ha ricoperto cariche federali e che con il "Palazzo" del calcio è spesso entrato in forte disaccordo. È storia, anche recente, del suo lungo braccio di ferro con la FIGC in cui aveva anche provato la scalata dopo la presidenza di Carlo Tavecchio – che lo aveva introdotto nel 2014 come Consigliere, destando qualche invidia e polemica di troppo – per poi abdicare all'idea alle elezioni 2018 appoggiando Sibilia. Che venne sconfitto dall'attuale numero uno in FIGC, Gabriele Gravina, con cui Lotito è spesso in aperto contrasto. Una "sconfitta" riscattata dallo stesso Lotito in Lega Serie A dove riesce a fare eleggere il proprio "candidato", Paolo Dal Pino e – immediatamente più tardi – l'attuale Lorenzo Casini.
Da quel momento in poi, per Lotito e Federcalcio è iniziata una guerra tutt'altro che fredda. In tempi recenti ha tenuto banco il caso tamponi ai tempi del lockdown per Covid, con un feroce confronto Lotito-Gravina. In quel caso, con una lettera scritta il presidente della Lazio pretendeva che la Federcalcio prendesse "atto della decisione del collegio di garanzia presso il Coni" che eliminava di fatto le sanzioni decise dalla corte federale di appello. La replica della FIGC (e di Gravina) fu altrettanto perentoria: "Squalifica accertata dalla giustizia sportiva".
Poi ci fu il faccia a faccia per la proprietà della Salernitana salita in Serie A e che Lotito ha dovuto cedere a Iervolino, obbligato dalle decisioni di una FIGC intransigente che ne aveva bloccato il trust. Con motivazioni che evidenziavano ulteriormente gli attriti presenti: "non è un vero e proprio ‘blind trust'. La Figc rileva, inoltre, che non è stata assicurata indipendenza economica al trust rispetto alle società disponenti ", si leggeva nella nota delle motivazioni.
Nel mezzo, altre posizioni inconciliabili tra Lotito e Federazione: sui fondi di investimenti (con Gravina favorevole e Lotito contrario), ad esempio, o per il famoso "indice di liquidità" che aveva messo in difficoltà proprio la Lazio, o in occasione della ridistribuzione dei diritti tv 2021/24 (con la FIGC più vicina a Sky e Lotito a DAZN). Adesso, l'ultimo tassello conquistato da Lotito con l'elezione politica.
Di fatto, non avrà dirette conseguenze all'interno del mondo del calcio italiano, ma in linea generale ciò comporta un passo in avanti in una carriera politica che il numero uno laziale non ha mai nascosto. Un ulteriore salto di livello che da ora in poi dovrà tenere conto, sempre e comunque, di avere come interlocutore anche un Senatore della Repubblica oltre che uno dei personaggi di spicco e importanti del panorama calcistico. Senza dimenticare la famosa frase dello stesso Lotito che oggi risuona a monito: "Come vedete, alla fine io vinco sempre".