Barçagate, cosa succede nel Barcellona: Bartomeu e le attività per screditare Messi e gli altri
Cosa sta succedendo al Barcellona? Cosa c'è dietro lo scontro in atto tra la presidenza e la squadra? Una delle società più forti e ricche al mondo è stata travolta dallo scandalo causato dalle rivelazioni di Cadena Ser sulle (presunte) attività da parte della dirigenza per screditare i calciatori blaugrana, in particolare Lionel Messi e Gerard Piqué, oppure altre figure che fanno parte (attualmente oppure come ex mai dimenticati) della famiglia blaugrana. Ecco perché nel novero – come raccontato nel corso della trasmissione "El Larguero" – sono finiti anche Pep Guaridola (oggi manager del Manchester City), una "bandiera" come Xavi (che ha intrapreso la carriera di allenatore alla guida dell'Al Sadd), Antonella Roccuzzo (moglie del campione argentino) o addirittura dell'ex presidente della Generalitat de Catalunya, Carles Puigdemont. Nomi di spicco nella galassia catalana.
Cosa c'è dietro lo scandalo "Barçagate"
La domanda sorge spontanea: ammesso che tutto ciò sia vero, perché è stata pensata un'operazione del genere? Perché, a giudicare da quanto raccolto nel dossier dell'emittente iberica, i personaggi in questione erano considerati "scomodi" per il club, troppo ingombranti e per questo andavano ridimensionati.
- Tutti nel mirino di una campagna social media studiata e messa in arte con un unico scopo: delegittimare la credibilità dei giocatori che per popolarità e seguito hanno una community e un consenso molto vasti.
Il ruolo dell'azienda privata che avrebbe agito per conto del club
È in questa ottica che s'innesta il ruolo della "I3 Ventures", l'azienda privata che sarebbe stata incaricata dal presidente, Josep Bartomeu, di creare e gestire account social fittizi per alimentare critiche ed erodere la simpatia nei confronti di alcune delle figure espressamente individuate.
- Come avveniva l'azione diffamatoria? L'agenzia si serviva di una serie di siti internet oltre che profili pubblicati sulle differenti piattaforme così da raggiungere il maggior numero possibile di utenti. Una sorta di killeraggio silenzioso sfruttando il bacino della Rete e indirizzando il "sentiment" negativo. Non un attacco né accuse dirette ma qualcosa di più strisciante quasi fosse una calunnia lasciata filtrare a mo' di pettegolezzo sollevando un polverone che finisce inevitabilmente per "sporcare" la persona oggetto delle maldicenze.
Un milione di euro in bonifici effettuati dai catalani
A ulteriore sostegno dell'inchiesta realizzata sono anche indicate le cifre e le modalità di pagamento. Segui i soldi, recita un vecchio adagio degli inquirenti. Ebbene, la pista di carta e coordinate bancarie ha fatto sì da ricostruire importi e sistema di corresponsione. Un milione di euro circa, è questa la somma versata nelle casse della "I3 Ventures". Un versamento effettuato attraverso sei bonifici con cifre inferiori ai 200 mila euro. Il motivo? Evitare l’autorizzazione delle stesse operazioni bancarie da parte della giunta societaria.
La "mezza" verità sui contatti con la società che operava sui social
Il presidente, Bartomeu, ha negato tutto definendo come "follie" e "falsità" quanto raccolto nel dossier e si è detto pronto a intraprendere azioni legali. Il numero uno del Barcellona ha sì ammesso che alla fine del 2017 è stato firmato un contratto la "I3 Ventures" (cosa che spiegherebbe i versamenti) ma con un fine opposto rispetto a quanto emerso finora: ovvero, quale strumento di tutela dell'immagine della società stessa monitorando le reti social. Una pratica – ha fatto sapere il massimo dirigente – adottata da molti altri club.
Si dimette la direttrice finanziaria del Barcellona
La spiegazione, però, non è bastata per disinnescare i sospetti e soprattutto per affermare la totale estraneità della società rispetto a post diffamatori editati e pubblicati sui profili social riconducibili al club. Nelle ultime ore, oltre alle voci sulla riunione tra Messi, Piqué e altri calciatori (riferita da Marca e smentita dalla dirigenza), ha destato scalpore un altro episodio: le dimissioni di Montserrat Font, la direttrice finanziaria "dell'azienda Barcellona". Un atto che è sembrato più il tentativo dello stesso Bartomeu di sacrificare collaboratori per "ragion di Stato" che non un gesto assolutamente spontaneo. Perché non convince l'abbandono dell'incarico? Anzitutto, stupisce la tempistica e poi c'è un fattore importante: Monteserrat Font era considerata una dei personaggi più importanti della dirigenza ed era giunta ai vertici del club dal 2005. Ecco perché le sue dimissioni hanno solo aumentato le perplessità intorno alla vicenda.
Scontro tra club e calciatori, dimissioni di Valverde
Un vulcano pronto a esplodere. Il "Barçagate" è solo l'ennesima eruzione che rischia di squassare l'ambiente blaugrana. Segnali in tal senso c'erano stati anche più di recente ma in seno alla squadra e alla dirigenza più vicina a questioni sportive. Dall'esonero di Valverde, a cui si è arrivato in maniera travagliata e con un fronte interno spaccato, fino alla polemica a distanza tra Abidal, e Messi. Il team manager aveva scaricato la responsabilità della crisi di rendimento e di risultati sulla squadra accusando i calciatori di non impegnarsi abbastanza e facendo riferimento a "problemi di comunicazione interna".
La clausola che consente a Messi di abbandonare il club
Una sortita che aveva provocato la reazione stizzita dei giocatori, in particolare del "dieci" sudamericano che aveva scelto il profilo Instagram personale per lanciare bordate contro Abidal lo staff dirigenziale. "Tutti devono prendersi la responsabilità. I giocatori per ciò che accade in campo la società per il resto", ha scritto la Pulce. Nemmeno il colloquio del presidente con il team manager è servito per dissolvere le nubi al punto che lo stesso Messi, sentitoti attaccato e delegittimato, starebbe meditando di lasciare il Barcellona esercitando l'opzione di una clausola inserita nel suo contratto che gli permette di liberarsi a giugno, a costo zero.