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Cosa succede in Francia: perché la Ligue 1 è finita in una spirale di odio e violenza

Per la settima volta in tre mesi e mezzo un match della Ligue 1 è stato sospeso o ritardato. Conseguenza di un’impunità eccessiva di ultras scontenti con federcalcio e governo.
A cura di Antonio Moschella
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Il campionato di Ligue 1 sembra non conoscere tregua per quanto accade all'interno degli stadi francesi da quando la loro capienza è stata riportata al 100%. La sospensione del match di ieri sera tra Lione e Marsiglia, arrivata dopo il lancio di una bottiglia d'acqua in testa al marsigliese Dimitri Payet, è solo l'ultimo lampo di una tormenta che non sembra voler placarsi e che si trascina dalla prima giornata della stagione attuale, quando a Montpellier, impegnato sempre contro il Marsiglia, il giocatore dell'OM Valentin Rongier veniva colpito da una bottiglia d'acqua alla testa, ma senza eccessive conseguenze come nel caso del suo compagno di squadra. Payet, noto nemico degli ultras del Lione per dichiarazioni accese fatte in passato sulla rivalità tra i due Olympique, è stato colpito duramente alla tempia e non se l'è sentita più di riprendere a giocare. Nonostante l'autore del lancio sia stato individuato e portato in commissariato, le reazioni dei suoi vicini di posto sono sembrate quelle di persone divertite e accecate dall'odio per il calciatore nato nell'isola della Reunion.

Acqua incendiaria

Una circostanza totalmente diversa rispetto a quanto accaduto a fine agosto, quando durante un Nizza – OM il capitano dei marsigliesi era stato bersagliato da una bottiglietta che lo colpiva però alla schiena. Preso dall'ira Payet rilanciava l'oggetto nel settore dei tifosi nizzardi, mettendo zizzania in un vespaio già nervosissimo e scatenando addirittura un'invasione di campo da parte dei supporter locali che si mischiavano ai componenti delle due squadre. I tecnici Galtier e Sampaoli, persone che non le mandano a dire, sarebbero stati tra i protagonisti della gran bagarre che avrebbe fermato il match e poi ne avrebbe provocato l'interruzione e la ripartenza dallo 0-0 in campo neutro due mesi più tardi.

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In totale, solo nei primi tre mesi e mezzo della stagione 2021-22 il campionato francese ha registrato ben due sospensioni definitive e cinque provvisorie. Il 22 settembre scorso, inoltre, erano ben tre i fronti della discordia: a Metz tifosi locali e del PSG si lanciavano a vicenda vari oggetti; a Montpellier gli ultras di casa attaccavano quelli del Bordeaux con un bilancio finale di 16 feriti; ad Angers, invece, dopo varie scaramucce a distanza i tifosi del Marsiglia invadevano il campo per scontrarsi a mani nude con i supporter locali. L'episodio più fresco, quello di Lione, coinvolge inoltre una delle tifoserie più rabbiose della Francia, la stessa il cui storico settore ‘Bad Gones' aveva richiesto esplicitamente il licenziamento di un calciatore della loro squadra, il difensore brasiliano Marcelo, che fu anche vittima di insulti a sfondo razzista.

Proteste globali

Una matrice di odio continuo che sembra non voler cessare avvolge il proscenio della Ligue 1. In Francia i cani sciolti del tifo organizzato, che in alcuni casi si dissociano anche dai loro capi ultrà, sono l'esempio di un malcontento popolare globalizzato figlio di un'acredine presente in ogni angolo della società. Le misure anti covi del governo di Emmanuel Macron, tra tutte l'obbligo di mostrare il green pass in svariate situazioni, sono state nel mirino di tante proteste popolari, le quali hanno spesso un forte riscontro durante le partite di calcio, le quali prendono le sembianze di una cassa di risonanza potentissima. La sensazione, tuttavia, è che gli ultras in questo momento siano sul piede di guerra soprattutto contro la federazione francese, la quale negli ultimi anni ha realizzato pessimi investimenti dal punto di vista dei diritti TV e si è resa protagonista di episodi incresciosi, come quello di non trovare un accordo per trasmettere ufficialmente gli incontri della Ligue 1 fino a pochi mesi fa, quando a sparigliare è stato l'avvento della piattaforma Amazon Prime.

La Francia del calcio sembra essere dunque ostaggio dell'acredine dei tifosi, i quali vanno ben oltre la semplice rivalità di turno sfogando una rabbia costante su calciatori e forze dell'ordine. Un disaccordo generale e diffuso di un popolo storicamente rivoluzionario che sta cercando di esprimere il suo dissenso soprattutto attraverso il calcio. Andando purtroppo spesso al di là del risultato.

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