video suggerito
video suggerito

Cosa sta succedendo alla Germania, che non fa più paura a nessuno

La disfatta della Germania contro la Spagna ha messo in discussione le scelte e la panchina di Löw, che potrebbe essere sostituito da Flick (definito il ‘cervello’ della nazionale, era accanto a lui al Mondiale 2014). La rivoluzione del 2018 non ha funzionato, ecco cosa è successo alla squadra che nelle ultime 13 partite ufficiali ha vinto solo 3 volte.
A cura di Maurizio De Santis
29 CONDIVISIONI
Immagine

Il calcio è un gioco semplice. Ventidue uomini inseguono una palla per 90 minuti e alla fine i tedeschi non vincono più. Basta questa battuta che Gary Lineker cambiò nel 2018 per descrivere il momento difficile della Germania. Calpestata, umiliata, annichilita sul piano del gioco dalla Spagna con un risultato mortificante (6-0), la nazionale di Joachim Löw ha toccato il fondo con l'eliminazione dalla Nations League. È il terzo fallimento consecutivo considerati anche la retrocessione in Lega B nel 2018 (evitata solo per la riforma del torneo) e la brutta figura al Mondiale in Russia nel 2018. In due anni, su 13 gare ufficiali ha vinto 3 partite, ne ha pareggiate 5 e perse altrettante.

I numeri della disfatta contro la Spagna

Alcuni dati della sfida con gli iberici tracciano le proporzioni della disfatta: 2 tiri totali, nessuno nello specchio della porta; zero quanto a grandi occasioni da rete create; possesso palla del 31% che ribadisce come sia rimasta in balia dell'avversario per tutta la partita; un numero di passaggi (352) pari quasi a un terzo (812) rispetto alle Furie Rosse.

Dal Mondiale 2014 a oggi, cosa è successo ai tedeschi

Mai così male. Per trovare un ko del genere bisogna addirittura risalire agli Anni Cinquanta (6-3 contro la Francia al Mondiale del '58; 8-3 contro l'Ungheria nella Coppa del '54). Per capire, invece, cosa sta accadendo ai tedeschi non occorre andare così indietro nel tempo. La vittoria del Mondiale in Brasile nel 2014 è stato l'ultimo acuto e quando martedì sera il tabellino dei marcatori si faceva più pesante dall'altra parte del mondo i tifosi carioca esultavano per la vendetta trasversale a causa di quel 7-1 drammatico ribattezzato ‘Mineirazo'. Un buon Europeo nel 2016 regalò polvere di stelle, spezzò ai calci di rigore il tabù Italia (qualificazione in semifinale) ma svanì in semifinale contro la Francia. Da allora la curva della Germania è crollata a picco.

Immagine

Il doppio flop: Russia 2018 e Nations League

Il 2018 è il punto di non ritorno per il Die Mannschaft che in Russia si presenta coi titoli di campione in carica ma torna a casa disputando un girone pessimo: 2 sconfitte (con Messico e Corea del Sud) e una vittoria (contro la Svezia). I segnali di cedimento sono evidenti ma la grande qualità dei calciatori del Bayern Monaco (e i successi dei bavaresi in Europa) camuffano il problema: quel che era sembrato un incidente di percorso in realtà era qualcosa di più grave.

  • La retrocessione evitata per il rotto della cuffia. In Nations League il trend di rendimento, il gioco esibito e i risultati conseguiti furono tremendi: 2 sconfitte e 2 pareggi su 4 match determinarono la retrocessione in Lega B ma la Germania venne ripescata grazie al cambiamento del format. E se le qualificazioni a Euro 2020 avevano illuso che il peggio fosse passato, la batosta presa contro la Spagna è stata un brusco risveglio.

Ricambio generazionale: il talento c'è, la personalità ancora no

Cosa è successo alla Germania? Cosa ne è stata la proverbiale compattezza della nazionale che non molla mai? S'è dissolta con la rivoluzione di Löw che in un colpo solo fece piazza pulita della spina dorsale bavarese avviando la rifondazione del gruppo con l'inserimento di nuove leve, promettenti dal punto di vista tecnico ma forse non ancora all'altezza per occupare il palcoscenico da protagonisti assoluti. È il caso di Süle, Ginter, Koch, Max (l'intero reparto arretrato) che sono finiti sul banco degli imputati perché palese (anche) la differenza in termini di esperienza, approccio, tenuta mentale, carattere.

Immagine

La Germania senza spina dorsale né ‘cervello'

Mancanza di personalità e leader in campo. È così che Lothar Matthäus ha commentato la sconfitta contro la Spagna fornendo una spiegazione molto semplice alle difficoltà palesate dalla Germania che, a differenza della sua tradizione, mostra fragilità incredibili anche contro avversari di rango inferiore.

Non ho mai visto una cosa del genere, è un fallimento assoluto – ha ammesso l'ex centrocampista -. In questa squadra si avverte in maniera determinante l'assenza di calciatori come Hummels e Boateng in difesa, Müller in attacco. Non è solo una questione di reparto, piuttosto di carenza di carattere in campo.

Via dalla rosa tre colonne del calibro di Thomas Müller, Jerome Boateng, Mats Hummels (quest'ultimo, oggi al Borussia Dortmund). Via dallo staff anche l'uomo che – secondo una definizione della ‘Bild' – era considerato il suo più prezioso collaboratore e consigliere ai tempi del Mondiale 2014: il ‘cervello' Hans-Dieter Flick (adesso sulla panchina del Bayern che ha stravinto in Bundesliga e prevalso in Champions League) che potrebbe addirittura prenderne il posto da ct. Perché così non va. Così fanno più paura a nessuno.

29 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views