Cosa sta succedendo ai tifosi del Napoli allo stadio Maradona: perché si gioca nel silenzio
Il Napoli è primo in classifica. Ha un vantaggio di 15 punti sull'Inter e già inizia a intravedere lo scudetto, che manca dal 1990. Ma nonostante ciò, c'è qualcosa che stona allo Stadio Maradona, dove i tifosi non inneggiano alla squadra di Spalletti. Nessuno striscione, pochissimi cori anche nell'ultima partita di campionato con la Lazio. E questo è molto strano, considerando anche la grande passione dei tifosi partenopei. C'è un motivo per cui i tifosi del Napoli non fanno il tifo nelle gare casalinghe. La situazione è intricata e in questo momento si vive una fase di stallo.
A Napoli la grande attesa per l'evento che sembra avvicinarsi sempre più è lampante. La città è già piena di bandiere, presenti in ogni angolo, vessilli che sono pronti a triplicarsi (almeno). In tanti, non badando alla solita scaramanzia, già iniziano a immaginare il grande traguardo. Allo stadio però c'è uno strano e sorprendente silenzio. C'è un motivo se i tifosi si sono zittiti. Al Maradona viene applicato in modo stringente e inflessibile il cosiddetto regolamento d'uso che vieta sugli spalti tamburi, fumogeni e coreografie.
I tifosi più accesi vorrebbero celebrare questa grande annata, anche con coreografie e striscioni per i nuovi idoli: Spalletti, Osimhen, Kvara. Ma l'applicazione del regolamento impedisce loro di creare coreografie. In poche parole i tifosi non possono sostenere la squadra come vorrebbero. E per questo c'è distanza con la società, che le regole le applica pedissequamente. In questo momento c'è una fase di stallo, che certamente non aiuta né i tifosi che si trovano in una situazione ibrida né la squadra che potrebbe avere molto più calore durante le partite casalinghe, e nel mese di marzo ce ne sono altre due (con Atalanta e Eintracht).
Per provare a risolvere questo problema è stato creato anche un comitato che, oltre ad aver proposto una petizione, dopo l'andata degli ottavi di Champions con l'Eintracht ha scritto in un comunicato: "Da Francoforte abbiamo ricevuto una vera e propria lezione di tifo. 90 minuti incessanti di incitamento, cori bellissimi che coinvolgevano tutto lo stadio! Luci, colori, centinaia di bandiere: una organizzazione perfetta. Mentre noi, molte migliaia di napoletani, eravamo in silenzio, per l’ennesimo assurdo sciopero del tifo. Napoli è, da sempre, uno degli stati più belli e caldi d’Europa. Però, negli ultimi anni, lo stadio è stato sempre meno colorato e sempre meno efficace nel Tifo. Poche bandiere, zero coreografie, poca organizzazione del tifo.
Le cause sono note. Tra queste anche l’incomunicabilità tra la società ed il tifo organizzato. Questo ha reso totalmente impossibile qualunque collaborazione tra i tifosi e la società anche solo per fare coreografie. Lo stadio Maradona ha il “regolamento d’uso” più assurdamente rigido d’Italia. Siamo l’unico stadio d’Italia dove non sono assolutamente tollerati fumogeni e bengala che sono presenti praticamente ovunque in Italia e in Europa".
Il problema c'è e per il momento persiste. Il regolamento fin qui è stato applicato, e all'orizzonte non si prevede nessuna novità. Della questione ha parlato anche il presidente Aurelio De Laurentiis che, nell'incontro di Santa Maria Capua Vetere, ha parlato della cosiddetta rigidità del regolamento: "Io che sono molto rigido vengo contestato, io che sono per la legalità totale mi si dice che non sono tifoso. Io sono per l’organizzazione che funzioni, se vi faccio vedere quanti sono stati arrestati nell’ultima partita per spaccio di droga, i signori della Lazio sono arrestati in tre. Ma come, io non faccio entrare botti, fumogeni e petardi ai nostri e quelli sì?
C’è modo e modo di sostenere la squadra, in Inghilterra hanno allontanato gli Hooligans e riempito gli stadi di bambini, da noi invece arriva il bambino con il genitore e gli dicono di non sedersi al suo posto. Questo crea un problema, è diseducativo, quando gli adolescenti sentono i cori credono che quella sia la realtà ma quei cori sottintendono una cosa semplice: “il Napoli siamo noi”".