Cosa sta facendo Ibrahimovic mentre il Milan soffre la sua assenza nello spogliatoio
Domenica scorsa il Milan giocava e pareggiava (per il rotto della cuffia) a Lecce, scivolando a -9 dal Napoli. Chiudeva così una settimana tremenda dopo il 2-2 subito nel finale a San Siro per mano della Roma, l'eliminazione dalla Coppa Italia (0-1 in casa, ai supplementari, contro il Torino). Ibrahimovic (che s'è riunito regolarmente nei giorni scorsi ai compagni a Milanello) era a Parigi per la prima del film "Asterix & Obelix: Il regno di mezzo", pellicola nella quale interpreta la parte del centurione romano Oneofus. Zlatan appare in tutta la sua possanza, sfoggiando forza e abilità atletiche che lo aiutano nei duelli corpo a corpo.
La sua fedeltà al Milan, il suo attaccamento al club, la sua professionalità non si discutono. Ne ha dato prova lui stesso di continuo, in particolare quando ha accettato di rinnovare il contratto a cifre notevolmente inferiori per non gravare sulle casse del club. Si è quasi azzerato il compenso. Ma nella realtà del suo mondo di calciatore del ‘diavolo' non si sa ancora quando potrà essere finalmente a disposizione. Nemmeno lui può sbilanciarsi.
A Riyadh si unirà ai compagni nel giorno della finale di Supercoppa contro l'Inter, proverà a sostenerli alla sua maniera, con il carisma che lo caratterizza e che è stato un punto fermo nella stagione dello scudetto. C'era anche quando non c'era (in campo): la sua personalità è stata un valore aggiunto nel lavoro quotidiano.
Quando tornerà? Impossibile rispondere con certezza alla domanda. Meglio, una certezza c'è ma non è affatto positiva: l'obiettivo era averlo pronto per l'andata degli ottavi di Champions League contro il Tottenham ma il suo rientro è stato rinviato senza una data precisa.
A maggio scorso, dopo aver festeggiato il titolo tricolore, si era sottoposto a un intervento in artroscopia per la ricostruzione del legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro. Allora, prima che finisse di nuovo sotto i ferri, aveva colpito un video registrato nello spogliatoio del Milan nel quale arringava i compagni con esprimendo concetti molto efficaci, chiarendo che sarebbe ancora con loro (e che non aveva alcuna intenzione di ritirarsi): adrenalina pura scandita da un tavolo sollevato e rivoltato come un calzino urlando "il Milan è l'Italia!".
Sigaro in bocca, presenza scenica sul bus che attraversò le vie di Milano fino all'esplosione dei fuochi d'arfificio per celebrare la conquista dello scudetto a undici anni di distanza dall'ultima volta. Al termine della lunga camminata nel deserto c'era lui, Ibra, a prendere per mano il popolo rossonero e a riportarlo sul tetto d'Italia.
Poi le cose sono cambiate di nuovo. Gli acciacchi, l'usura del tempo e degli infortuni hanno limitato quella voglia di spaccare il mondo che è rimasta intatta nonostante tutto, nonostante gli anni che passano e la carta d'identità da 41enne di ferro, che ha ancora l'argento vivo addosso e di anni se ne sente venti di meno.
Infiammazione del tendine d'Achille, problemi muscolari, ginocchio provato hanno costretto Zlatan a saltare 20 partite nella scorsa stagione. Ma almeno c'era. In quella attuale non s'è mai visto. E s'è sentito. È fermo da 276 giorni e non si sa fino a quando ancora continuerà l'aggiornamento del conteggio. Un rebus che nemmeno lui può risolvere.
Le ultime immagini condivise sui social network mostrano il calciatore che si allena sulla spiaggia di Miami correndo, svolgendo esercizi di potenziamento specifici utilizzando pesi, sfoggiando un fisico scolpito e invidiabile. Iconica anche l'immagine scelta per gli auguri di Natale: era al centro del ring, intento a infilare i guantoni e coi muscoli serrati, perfetti.
Chiaro il messaggio: non si accontenta solo del ruolo di comparsa e di uomo spogliatoio che dà una mano ai giovani perché crescano sotto la sua egida oppure sia da esempio per la sua mentalità. Ibra vuole continuare a essere protagonista. È un animo da combattente, da prima linea.
In una recente intervista a Sky Sport ha spiegato con quale animo sta affrontando il suo percorso: "Ho deciso di operarmi per la mia salute, non per giocare. Ho esperienza, non riesco a dare una data: tornerò quando starò bene. Non voglio camminare in campo o giocare perché mi chiamo Ibra. Sennò panchina o tribuna anche per me". Forza e onore, non conosce altro.